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VAL GROSINA, VAL DI SACCO

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Fusino in Val Grosina - Val di Sacco - Ortesei - Campo Pedruna - Alpe Malghera - Baite Grasse di Pedruna - Alpe Guinzana - Alpe Piana - Supiani - Pier in Val di Sacco - FusinoRisalire la Val di Sacco è decisamente faticoso, ed è la parte più impegnativa del percorso, ma ne vale la pena e la ricompensa è l’immersione in un ambiente montano incontaminato e ben mantenuto, fatto di maggenghi intatti, baite caratteristiche e pascoli coltivati come vuole la tradizione di questi luoghi. Sulla destra invece si potranno ammirare ampi e ripidi prati lungo i pendii del Sasso Campana e del Sasso farinaccio, mentre al lato opposto, fitti boschi da cui sbucano le valli laterali da attraversare in seguito. Sul finale si raggiunge l’Alpe Malghera adagiata su un pianoro con numerose baite e il suo Santuario. Il successivo percorso corre in quota nei boschi e permette di visitare gli alpeggi di Pedruna, guinzana e Piana prima di arrivare a Supiani da dove ci si può fermare per osservare il Monte Storile e tutta la Val grosina.DescrizioneSi pedala con tranquillità fino a Campo Pedruna (1706 m), l’ultimo tratto è più ripido.Dopo la visita al Santuario si riscende al ponticello e si prende a destra la traccia n. 201 del Sentiero Italia che attraversa il bosco e conduce al Grasso Pedruna.Da qui parte una nuova pista forestale che ci porta all’Alpe Guinzana (1930 m).La sterrata successiva, già presente da anni, arriva all’Alpe Piana e prosegue fino alle Carette (1758 m).Poco prima di questa località ci sarà un bivio che continua fino all’Alpe Schiazzera, ma il nostro itinerario prevede il proseguimento dritto sino a Supiani (1213 m).Ci si dirige poi verso Grosotto, passando davanti alla chiesetta e imboccando una strada sterrata verso nord ovest che diventa ben presto sentiero e conduce in Val Di Sacco. Da li si torna a Fusino.Luogo di partenza/ritorno: Fusino in Val Grosina, (1200 m) Luogo di arrivo/quota massima: Fusino in Val Grosina, (1200 m) Lunghezza totale salite: 18,3 km Lunghezza totale discese: 15,3 km Lunghezza totale piano: 33,6 kmMappa PercorsoFonte dati: testo e dati tecnici a cura di Federico Pollini - "40 itinerari in Mountain Bike tra Valtellina e Valposchiavo" 
SCHIAZZERA (difficoltà bassa)

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Alpe Schiazzera – Traverso su Sentiero Italia – Sovo – Prà Fontana – Baruffini – TiranoIl percorso si distingue per le viste panoramiche e l’attraversamento di alcuni dei parchi naturali più belli della Lombardia. Si parte dal Rifugio Schiazzera, su un panoramico balcone che si affaccia sulla Media Valtellina e dal quale si può intravedere il percorso della “Tornantissima”. Il primo tratto di traverso sul tracciato del Sentiero Italia è altrettanto particolare. La discesa è scorrevole e non ci sono forti pendenze o tratti eccessivamente difficili. Si alternano sentieri, sterrate, mulattiere e tratti su strada asfaltata fino a giungere ai terrazzamenti coi vigneti che da qui si estendono per chilometri.  Luogo di partenza/ritorno: Parcheggio sotto Rifugio Schiazzera (2000 m) Luogo di arrivo/quota massima: Tirano Stazione FS (428 m) Lunghezza totale salite: 2,2 km Lunghezza totale discese: 12 km Lunghezza totale piano: 14,2 km DescrizionePer completare il percorso sono necessarie 2-3 ore. Si parte dal parcheggio sotto Schiazzera a quota 2000 m da dove per 10 minuiti si spinge la bici fino al Rifugio (2077 m).Da qui si risale lungo un sentiero, a tratti spingendo, fino a raggiungere il Sentiero Italia e si prosegue, sempre su sentiero, fino a toccare la quota massima del percorso a 2210 m.  Il primo tratto della discesa fino a Sovo (1720 m) attraversa il bosco e non è difficile.Poi si percorre una sterrata, una mulattiera con vari tornanti (non difficili) e infine asfalto fino a giungere a Baruffini. La parte finale che scende a Tirano comprende mulattiere e sentieri. Mappa PercorsoFonte dati:  "40 itinerari in MTB tra Valtellina e Valposchiavo" 
APRICA, VAL BELVISO

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L'itinerario parte da Aprica, in prossimità del parcheggio a servizio degli Impianti Magnolta. Attraverso poi Corna Alta, Magnolta, la Malga Magnolta, la Val Belviso, la Malga Magnola, il  Passo del Venerocolo, la Malga di Campo, il Lago Belviso, San Paolo, il Ponte Ganda per poi fare ritorno ad Aprica.Questo itinerario è l’unico tra tutte le escursioni in montagna ad essere interamente sviluppato su una valle della Catena orobica Valtellinese, l’ultima a oriente. Una valle lunga, profonda e stretta, che però, vista del sentiero in quota verso sud, dall’Alpe Magnolta fino al Passo di Venerocolo, appare ai bikers luminosa e ampia. Dal lato opposto, verso ovest, domina la sagoma del Monte Torena, ultima grande cima delle Orobie, che si riflette nelle acque del lago artificiale a fondovalle. Arrivati al Passo che separa da Bergamo, sarà possibile ammirare i laghetti naturali incuneati tra le rocce e i dossi erbosi. La discesa corre su sentiero solo all’inizio iniziale per poi proseguire su strada sterrata lungo tutta la valle costeggiando il grande lago. Una piacevole sosta attenderà i bikers al Rifugio Cristina in località San Paolo.Luogo di partenza/ritorno: Aprica, Parcheggio Impianti Magnolta (1216 m) Luogo di arrivo/quota massima: Aprica, Parcheggio Impianti Magnolta (1216 m) Lunghezza totale salite: 18 km Lunghezza totale discese: 16,5 km Lunghezza totale piano: 35,4 kmDescrizione Il percorso, di difficoltà media, richiede un grande impegno fisico. È lungo 35,4 km e dura circa 6-8 ore.Il punto di partenza è agli impianti sciistici della Magnolta da dove poi si prende la sterrata che sale a sinistra della funivia. Il segnavia indica la Malga Magnolta e il Passo Venerocolo.La prima metà dell’ascesa su sterrata è pedalabi- le, poi dalle baite di Corna Alta (1457 m) fino all’arrivo della funivia (1870 m), diventa molto più ripida e richiede qualche pezzo a spinta. La salita risulta faticosa e richiede una buona resistenza.Durante la stagione estiva invece si può usufruire degli impianti di risalita fino alla Magnolta.Qui, a quota 1940, si troverà un sentiero in piano, che porta dentro al bosco e imbocca la Val Belviso.Da qui 13 km di pedalata su sentiero in piano o in leggera salita, passando dalla Malga Magnola (1997 m) e attraversando la Valle del Latte e la Valle di Pisa. Dal Passo di Venerocolo (2314 m) la parte della discesa è ripida fino all’imbocco della sterrata sopra Malga di Campo.Il percorso termina più in basso con la risalita su strada asfaltata da Ponte Ganda (906 m). Mappa del percorsoFonte dati:Fonte dati: "40 itinerari in MTB tra Valtellina e Valposchiavo" Precisazioni: Rispetto al tracciato della Ciclovia E-bike, l'itinerario proposto si differenzia nella prima parte, un po' più impegnativa, ma che si può tranquillamente bypassare sfruttando gli impianti della funivia che portano al Magnolta.Punti di interesse nelle vicinanze:SIC VALLI SANT'ANTONIOFonte dati: testo e dati tecnici a cura di Federico Pollini - "40 itinerari in Mountain Bike tra Valtellina e Valposchiavo" 
CHIESA IN VALMALENCO-ALPE DELL'ORO (difficoltà alta)

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L'itinerario parte da Chiesa in Valmalenco, attraversa la Val Rosera, per poi proseguire lungo la sterrata che costeggia il torrente Mallero; si passa poi dalle località di Sabbionaccio, Sevenedo Inferiore, Chiareggio, per arrivare infine all'Alpe dell’Oro. Il  ritorno è a Chiesa in Valmalenco.@foto PolliniLuogo di partenza/ritorno: Chiesa Valmalenco, 950 mLuogo di arrivo/quota massima: Alpe dell’Oro, 2010 mLunghezza totale salite: 15,2 kmLunghezza totale discese: 15,2 kmLunghezza totale piano: 0 kmPendenza media salita: 7 %Pendenza massima salita: 16 %DescrizioneL’itinerario da Chiesa a Chiareggio e il successivo tratto verso il Passo del Muretto ricalcano quasi del tutto il tracciato del Sentiero Rusca che parte da Sondrio. La pendenza media e il dislivello sono accessibili, salvo l’ultimo tratto dopo Chiareggio. Per evitare di pedalare sulla strada trafficata, in località Valrosera (poco dopo le cave) s’imbocca a sinistra una larga sterrata che scende nell’alveo del fiume Mallero e risale la valle fino alla piana dopo San Giuseppe. Il percorso prosegue lungo il fondo valle vicino al fiume fino a Chiareggio. La successiva salita sulla strada, in parte lastricata, del Muretto è molto ripida (oltre il 15 %) e richiede l’assistenza media del motore, ma porta infine allo splendido balcone dell’Alpe dell’Oro con vista sulle valli circostanti e sul Monte Disgrazia.(testo e dati tecnici a cura di Federico Pollini - Descrizione e tempi di percorrenza relativi a ebike ma fattibili anche per MTB muscolari)Mappa del percorsoPrecisazioni: Il percorso appena descritto si scosta dal tracciato della ciclovia E-bike, nella parte iniziale (Chiesa Valmalenco); il tracciato della ciclovia E-bike infatti propone l'attraversamento di boschi e della frazione di Primolo per raggiungere San Giuseppe. Si tratta di un percorso di media-alta difficoltà, pertanto, qualora si scegliesse di percorrere questa tratta, si raccomanda di farsi accompagnare da una guida.Punti di interesse nelle vicinanze:Valle dello ScerscenDove noleggiare l'e-bike:noleggio rent bike PalùPunti di ricarica e-bike:colonnina ricarica San Giuseppe 
L’antico valico di San Giacomo, di medievale memoria e poi frontiera tra i due stati, è ora fulcro di paesaggi in un itinerario che lo ripercorre da Domodossola ad Airolo. Insediamenti Walser, infrastrutture di trasporto tra le più importanti e antiche delle Alpi, bacini artificiali per la produzione di energia elettrica, strutture militari e altissime cascate d’acqua.Un percorso che si sviluppa dalla stazione di Domodossola, cittadina alla base degli antichi traffici tra pianura padana Grigioni tramite il passo di San Giacomo e il San Gottardo. Una valle, la Formazza, solcata da fiume Toce e segnata dalle sue bellissime e altissime cascate, abbracciata da cime di oltre 3000 metri che accolgono incantevoli villaggi Walser di plurisecolare storia in grado di farci rivivere la gloria del passato delle genti che hanno popolato questi luoghi. Laghi artificiali e due da visitare sul percorso, quello di Morasco e quello del Toggia. Un borgo incantevole, quello di Riale che sarà l’inizio della salita più selvaggia e affascinante verso il rifugio Maria Cristina e il passo San Giacomo dal quale scenderemo ad Airolo con vedute che dominano l’intera bellissima val Bedretto, dove il Ticino nasce, dove la strada del San Gottardo sale faticosamente al colle e dove picchi che sfiorano i 3000 metri danno un carattere puro alla montagna.Val FormazzaLa valle che conduce a Riale ospita tracce Walser da visitare non molto lontano dalla partenza, a Baceno, luogo cardine di tutta la valle e insediamento maggiore. Poi le Cascate del Toce dove fare una pausa, ma senza dimenticare prima gli orridi di Uriezzo e le marmitte dei giganti, formazioni rocciose molto importanti che narrano del lavoro naturale dell’acqua. Dopo il superamento della parte più angusta della valle, si arriva a Riale alla testa della valle  e alla base della strada sterrata che conduce al passo San Giacomo. Prima però, non facciamoci mancare una visita al lago di Morasco e all’alpe di Battelmatt, luogo incantevole dove si produce un formaggio pregiato e saporitissimo.Il Passo San GiacomoLa salita al passo inizia da Riale su una strada sterrata e con una serie di tornanti panoramicissimi sui picchi della Formazza. La strada porta in breve al rifugio Maria Cristina e di li a poco al lago artificiale del Toggia incastrato tra il Gries e il gruppo del Basodino. Terra di stambecchi, rapaci, marmotte. Poco dopo il passo potremo sostare all’antica chiesetta chiesetta dove la visuale è ampissima e comprende i versanti italiano e svizzero. Se saremo fortunati la notte a Riale o al rifugio sarà culminata da una stellata unica  la nottata passata a scrutare le stelle.Val BedrettoDal passo inizia la discesa in un ambiente completamente diverso dai precedenti. La piccola e verdissima val Bedretto si affaccia davanti a noi e si conclude con la catena che la divide dai Grigioni, oltre il San Gottardo. Mirtilli, rododendri e ginepri saranno attorno a noi solo interrotti da qualche infrastruttura militare nei pressi del passo e da incantevoli alpeggi lungo il percorso. Laggiù il Ticino ancora in forma torrentizia e che scavalcheremo alla conclusione della discesa proprio ad Airolo, avamposto ticinese verso il nord delle Alpi dove potremo visitare l’interessantissimo museo del tunnel.Al seguente link trovate il modulo di iscrizione :https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe1VTDG81oUI4M-fhhNbY1gWPgaQY-5nKSrJ_wCAP8I5c5yNQ/viewform?vc=0&c=0&w=1&flr=0 
In due giorni sarà percorsa una distanza di 185 km, lungo un tratto della Ciclovia prevalentemente pianeggiante  che si sviluppa quasi totalmente lungo il sentiero Valtellina.Primo giorno:Partenza da Tirano e ritrovo presso il luogo di partenza.Arrivo per pranzo presso l'agriturismo Nonna AureliaRipartenza in e-Bike prevista per le 14.00.Arrivo presso La corte di nonna Gemma dove è previsto il pernottamento e cena presso l'Osteria del Benedet per le ore 20:00.Secondo giornoRipartenza per Chiavenna arrivo previsto per 12:00 e pranzo presso Crotto Zio Carlo.Partenza per il ritorno a Tirano prevista per le 14:00Il tour è organizzato dalla guida Giordano Biscotti Tel. +41767196696Di seguito il link al form di iscrizione: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe_YDyFGdk3CPPRYOrPiZoaWKn91dgZYExR6nFN-LbH7cUS2Q/viewform?vc=0&c=0&w=1&flr=0 
OSSOLA TOUR-EXPERIENCE CON LA GUIDA DAVIDE CANIL

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Tour in E-bike alla scoperta della Val d’OssolaDescrizione del TourLa Val d'Ossola, una terra di confine da sempre rappresenta un'importante congiunzione tra la pianura e le Alpi.Vuoi scoprire con noi questo territorio in sella ad una e-bike?Il tour che proponiamo è composto da 2 giorni di completa immersione in un mix di esperienze dal sapore culturale, sportivo e di relax attivo.1°giornoRitrovo Presso Posteggio Centro sportivo DomodossolaVisita al Sacro Monte del Calvario-DomodossolaPausa lungo il percorsoArrivo a VogognaPranzo presso Ristorante "Cucina Casalinga"Visita Guidata al Castello di VogognaPartenza per rientro a DomodossolaArrivo alle autoRistoro-Merenda presso Domodossola Centro storicoSpostamento con le auto in Val VigezzoCheck in hotelScopriamo DomodossolaLa percorrenza della ciclabile del Toce ci permetterà di apprezzare i "gioielli" che caratterizzano il fondovalle ossolano:- dalla storica città di Domodossola, punto di partenza del nostro viaggio, che ci indirizzeremo verso il primo interessante punto d'interesse: il Sacro Monte del Calvario (patrimonio Mondiale dell'Unesco). Vognogna e il suo castelloIl viaggio prosegue verso Vogogna paese annoverato come uno dei borghi più belli d'Italia nonchè porta di accesso che durante il medioevo metteva in collegamento il territorio della Bassa con quello dell'Alta Ossola. Qui visiteremo il Castello Visconteo importante struttura nata allo scopo di difendere l'intera valle dalle antiche invasioni.2°giornoRitrovo presso Piazza Mercato S.Maria Maggiore (VB)Briefing iniziale: check materiale e introduzionePartenza per il tour della Val VigezzoSosta presso Alpe Blitz per spuntino e fotografieVisita al Santuario di Re e poi salita in Val LoanaPausa pranzo nella magnifica Val LoanaVisita del paese di MalescoRientro a Santa Maria MaggioreAperitivo/merenda e conclusione del tourLa Valle Vigezzo tra natura ed arteNella seconda giornata ci tufferemo nella fantastica Valle Vigezzo, una valle ricca di storia è molto importante per il naturale collegamento che offre con il Canton Ticino.La Valle Vigezzo è conosciuta anche come la Valle dei Pittori, i suoi borghi infatti sono caratterizzati da atmosfere pittoresche grazie alla presenza di numerosi affreschi di artisti locali.I simboli della Valle: il Santuario di Re Sono diversi i simboli della Valle: il Santuario della Madonna del sangue di Re è sicuramente uno tra questi con la sua impressionante maestosità.La Val LoanaLa Valle Vigezzo è anche una porta di accesso verso la storica e selvaggia Val Grande. Attraverso la Val Loana è possibile entrare un uno dei territori più incontaminati d'Europa.Santa Maria MaggiorePer concludere il nostro viaggio ricco di emozioni ci rilasseremo con un buon aperitivo a Santa Maria Maggiore, il borgo che rappresenta il cuore della Valle Vigezzo. Al seguente link è disponibile il modulo di prenotazione:https://387220a3-e0c6-435b-9b08-d88c74bdd60f.usrfiles.com/ugd/387220_e0aa1e2700e6414cb7263c5b28a7bf9a.pdf 
Il lago di Como tra Menaggio e Colico: natura, chiese, castelli e musei. Scopri tutti i luoghi incantevoli da visitare lungo il lagoIl lago di Como tra Menaggio e ColicoChiese e fortezze, vino e “Pan” di Spagna1. Treno e TraghettoLa tratta di oggi comincia solcando le acque del Lago di Como. Siamo sul traghetto che da Varenna ci porta a Menaggio. Percorreremo tutta la sponda nord-occidentale del lago, fino ad aggirarne l’estremità e riprendere il treno a Colico. Tutto quadra: seguiteci! 2. Menaggio e le sue frazioniSbarchiamo nel più importante centro di commerci e servizi del Lario settentrionale. Incrocio di valli e di acque. Non a caso, anche la ciclovia E-BIKE si raccorda proprio qui dal Lago di Lugano.Destreggiandoci tra gallerie, percorsi pedonali e falesie di arrampicatori raggiungiamo la frazione di Nobiallo, stando attenti al campanile… perché è davvero pendente!Andando a curiosare tra le stradine interne e le vecchie mulattiere (a gradini), si scoprono molti piccoli tesori: come gli incantevoli terrazzamenti a ulivo che avvolgono il piccolo Santuario della Madonna della Pace. 3. RezzonicoSanta Maria RezzonicoIl primo gioiello lo troviamo nel comune di Santa Maria Rezzonico. E cosa sarà mai? Risposta: la chiesa di Santa Maria! Varcato il portale rinascimentale della sobria facciata, scopriamo che l’interno è completamente affrescato da maestri lombardi del cinque-seicento.Fuori, adiacente alla chiesa, c’è un’altra cosa da guardare: un muro. Imponente, alto fino 6 metri e di notevole spessore: sono i resti della fortezza tardo-romana.Castello di RezzonicoQuante fortezze! Ma ora viene la più bella: quella di Rezzonico. Ai piedi della fortificazione trecentesca, si raccoglie un incantevole borgo d’altri tempi: fatto di viuzze, scale, portici e deliziosi scorci sul lago. 4. Museo della Barca LarianaPer fortuna non ci sono da vedere solo chiese e castelli: a Pianello è stato da poco riaperto il Museo della Barca Lariana. Tipiche gondole che trasportavano merci o persone, su e giù per il lago, seguendo il vento e i giorni di mercato; lussuosi motoscafi Riva, lustri come pianoforti; antiche “lucie”, barche da pesca o da corsa. Un patrimonio che fa la storia di questo lago.5. GravedonaSanta Maria del Tiglio e non soloGravedona fu molto importante sin dall’epoca romana e medievale. Lo si deduce (con certezza!) non appena si scorge spuntare la curiosa sommità ottagonale del campanile della chiesa di Santa Maria del Tiglio. Assoluto capolavoro romanico, suggestivo quanto a-tipico: perché voi, siete mai entrati in una chiesa passando attraverso il suo campanile?L’esterno è elegante e raffinato, sia per l’effetto chiaroscurale generato dagli elementi architettonici decorativi (archetti, cornici, lesene, monofore, absidi) e sia per la bicromia dei blocchi grigi alternati alle fasce in marmo bianco di Musso (sotto le cui cave siamo passati proprio poco fa).L’interno è di notevole complessità: la movimentazione insolita e creativa dei volumi viene accentuata dai fasci di luce che entrano dalle monofore. L’abside centrale è addirittura tri-conca! Colonne, capitelli, nicchie, loggiati, lacerti musivi e brandelli di affreschi… oltre al crocifisso ligneo scolpito nel XII secolo, in legno di pioppo e ontano.Accanto sorge la Basilica di San Vincenzo, coeva a Santa Maria, ma rifatta in epoca barocca. Se ne veda la cripta romanica, sempre affascinante. E poi Palazzo Gallio, dalle quattro torri, disegnato - a fine Cinquecento - da Pellegrino Tibaldi, l’architetto (e pittore) barocco prediletto da San Carlo Borromeo (che abbiamo già incontrato qui). E ancora la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (affrescata da pittori lombardi del primo Cinquecento) e quella dei Santi Gusmeo e Matteo. 6. Infine il vino e il “Pan” di SpagnaIl vino di DomasoStanchi di cultura è ora di natura! È il momento di una salita per raggiungere la pista agro-silvo pastorale sulle colline di Domaso, dove si coltiva la vite, per un’antica (eppur poco nota), tradizione vinicola. E poi si scende a Domaso e, ancora, si risale tra le frazioni più panoramiche che la separano da Gera Lario: ma le salite sono tutte qui?Pian di SpagnaE siamo alla frutta. Anzi: al dolce! Attraversato il fiume Mera, entriamo nella Riserva del Pian di Spagna. Tale toponimo deriva dal dominio spagnolo dei secoli XVI-XVIII; ma non può che evocare un territorio paludoso, intriso di acque, canneti e cariceti (un particolare tipo di torbiera). In quest’area, formatasi per i depositi del fiume Adda (poi bonificati), oggi si possono seguire diversi percorsi e osservare le numerose specie di uccelli, anfibi o rettili.Si trova, infatti, in posizione strategica per i flussi migratori tra Africa e Nord Europa. Il consiglio è di vagare in questa piana, tra i canneti e i campi coltivati. Colico, importante snodo ferroviario, col suo bel porticciolo e lungolago, è davvero a un passo. A cura di Federica Amelio Mappa e dettaglihttps://www.google.com/maps/d/edit?mid=12eC5Kc4z-n0XqRE1XxUlYMgbqj9Ru0aM&ll=46.096937409242855%2C9.28892861186282&z=12  
CICLOVIE IN PIEMONTE: UN PERCORSO TRA BIELLA E SESIA

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Parti con noi alla scoperta della cultura e natura del Piemonte: Birra, vino e formaggi ti aspettano in sella alla tua bici. Leggi di più.Tra Biella e il Sesia: cultura e natura, vini e vulcani1. BiellaCentro StoricoSiamo in Piemonte, nel punto estremo in cui la pianura si frantuma nei primi rilievi che originano le Alpi. Siamo a Biella, una cittadina divisa su due quote: Biella Piano, la città bassa, e Biella Piazzo, la città alta, nucleo medievale diventato, dal ‘500, luogo di residenza delle principali famiglie nobili.Il nostro itinerario parte dalla Stazione di Biella e percorre la vivace Via Italia, l’antica via Maestra, per condurci in piazza Duomo. Tra la Cattedrale (di impianto gotico) e il bel Palazzo Seminarile (XVI sec.), si nasconde un piccolo e sobrio edificio, costruito in ciottoli di fiume e laterizi. È il Battistero: una delle poche e preziose testimonianze preromaniche del Piemonte.La gita di oggi – prevalentemente in piano – non darà certo problemi di batteria: vale dunque la pena fare una scappata su al Piazzo, passando per la rinascimentale Basilica di San Sebastiano, completamente affrescata.Birra, formaggio e Terzo ParadisoLasciato il centro storico, si viene presto a scoprire la vocazione industriale di questa cittadina. La ciclovia passa proprio accanto agli storici stabilimenti presso cui è stato allestito il MeBO, recentissimo museo della birra e del formaggio (Menabrea e Botalla).Poco lontano, i locali di un ex lanificio sono stati convertiti in “Città dell'arte”. Si tratta di una Fondazione che nasce per dare forma concreta alla visione dell’artista biellese Michelangelo Pistoletto. La sua opera di maggior rilievo è il Terzo Paradiso, a simboleggiare (col “triplo” simbolo dell’infinito) la congiunzione tra arte e società, tra uomo e natura.2. Ecologia del paesaggio   Natura, appunto! I prossimi 20 km sono un zigzagare nel verde, tra campi e tratti di bosco. Su queste strade secondarie e pianeggianti il suggerimento è di osservare le zone di transizione tra ambiente agricolo e boschivo. Queste fasce, così come le siepi campestri che limitano i campi, in ecologia sono detti “ecotoni” e sono importantissimi per lo sviluppo della biodiversità.3. MasseranoPalazzo dei PrincipiVarcando la via principale di Masserano ci si accorge subito dell’importanza storica di questo borgo. Un palazzo, di un bianco abbagliante di oltre 130 metri di facciata: è il Palazzo dei Principi; si possono visitare le sue sale decorate di stucchi e affreschi seicenteschi.Madonna neraSi passa davanti alla Parrocchiale, è impossibile non notarla, con un’insolita facciata a righe giallo-verdi! Qui, oltre a una tela cinquecentesca del Giovenone, è venerata la statua della Madonna Nera.Si tratta di un culto particolare, che – in questa zona - ha dato origine a un pellegrinaggio (il Cammino della Gran Madre) che attraversa borghi e natura, per approdare davanti alla celebre Madonna Nera del Santuario di Oropa.4. Il Vino: il Bramaterra e il GattinaraStrettissima - e molto buia! - è la via porticata che scende al Borgo Inferiore. Fuori dal paese, invece, sui dolci declivi assolati, vediamo comparire le prime vigne!Protetti dal Monte Rosa, questi colli generano vino sin dai tempi dei romani. Qui si produce il Bramaterra DOC (passeremo poi davanti a un piccolo museo), poco più in là - sugli ultimi rilievi prima del Sesia - si produce il pregiato e corposo Gattinara DOCG. Per valorizzare questa raffinata tradizione e il suo paesaggio, nei suoi punti più panoramici, sono state realizzate alcune installazioni artistiche: enormi calici di ferro!5. Rive RosseNon si può passare in questa zona con una ebike, senza andare alle Rive Rosse. Siamo in una delle località con i percorsi mountain bike più entusiasmanti del Piemonte.Fuori Masserano, deviamo dall’asfalto della ciclovia per salire su questi particolarissimi rilievi di terra assolutamente rossa! Un “super vulcano” sotterraneo, attivo 290 milioni di anni fa, ha fatto emergere - dal profondissimo sottosuolo - graniti e colate laviche che, con la presenza di ferro, hanno dato questa colorazione unica. Come rinunciare a scendere in bici questi aridi crinali, erosi in particolarissimi calanchi rosa?6. ConclusioneGattinaraConquistata anche la Torre delle Caselle (XI sec) e i ruderi del Castello di San Lorenzo non resta che scendere a Gattinara. Qui grappoli d’uva crescono persino sulle formelle in cotto che decorano portale gotico della Parrocchiale!Romagnano SesiaGiunti al Sesia, grazie al nuovo ponte (il precedente crollò in una piena del 2020), possiamo fare un giro a Romagnano (Ponte Medievale, Torre del Pretorio, Cantina dei Santi) prima di rimettere la bici sul treno. Ma quanto è bella la nostra Italia!A cura di Federica Amelio Mappa dei luoghi citatiTappe: Biella, Masserano, Roasio, Lozzolo, Gattinara, Romagnano Sesiahttps://www.google.com/maps/d/edit?mid=12eC5Kc4z-n0XqRE1XxUlYMgbqj9Ru0aM&ll=45.58491136315972%2C8.157391367337338&z=12Dettagli tratta descritta