E-Bike Tour culturale e naturalistico. L’itinerario segue il flusso d’acqua di due importanti torrenti, oltre alla Dora Baltea, il Lys e l’Ayasse e collega tra loro due vallate laterali quasi speculari, quella omonima del Lys e quella di Champorcher. Un itinerario ideale per essere percorso con una E-MTBike che non presenta particolari difficoltà tecniche ma richiede una discreta dimestichezza di guida della biciletta, soprattutto se si scelgono le varianti off-road. L’itinerario è molto vario e combina aspetti storici e culturali anche inattesi, con luoghi del territorio molto particolari, talvolta nascosti e poco noti al grande pubblico. Il percorso focalizza l’attenzione su 8 ponti che attraversano 4 torrenti e testimoniano una continuità storica a partire dal I° secolo a.C. (epoca romana) sino all’epoca contemporanea, presentandoci tipologie costruttive varie, da quella solida, massiccia ed imponente a quella estremamente leggera, mobile, volante. La variante 1 di questo itinerario offre un percorso storico ricco con una progressione cronologica esclusiva. Tuttavia esso implica che il punto di partenza non sia lo stesso dell’arrivo. La variante 2 invece, prevede di partire e arrivare dal/al borgo di Bard consentendo un giro ad anello perfetto. In tal caso, però, si saltano alcuni punti di interesse importanti, tra cui il Ponte romano di Pont-Saint-Martin e il tratto unico della Via delle Gallie di Donnas.DATI TECNICI PERCORSODifficoltà: Facile (Fino a 2 ore e/o fino a 300 m di dislivello positivo. Sufficiente livello di allenamento).Lunghezza: 25+/- kmDislivello positivo: 1.158 m+Dislivello negativo: 1.114 m-Tipo di fondo: asfalto 13+/- km.;Fuori strada: 12+/- km.Variante 1Un itinerario (quasi) ad anello di circa 25 Km. che parte da Pont-Saint-Martin e termina al Borgo di Bard, proprio sotto il Forte omonimo. Il nostro primo punto di interesse è obbligatorio: il ponte romano di Pont-Saint-Martin (1), il più antico e maestoso tra tutti ponti che incontreremo.Possiamo iniziare ad ammirarlo dal basso, dalla Piazza 4 Novembre, da dove partiremo, e poi dall’alto quando lo percorreremo in bici per sbucare su Via Roma e poi, a seguire, su Via E. Chanoux. Raggiungiamo Piazza Primo Maggio e svoltiamo a destra per immetterci sulla SR1 di Perloz. Gli amanti dei dell’off-road potranno “tagliare” i tornanti asfaltati in salita, affrontando brevi segmenti più tecnici, su ciottolato e con qualche scalino (S3 - sub-variante perbikers esperi).Merita una breve sosta l’antico cimitero annesso alla Chiesa del Preziosissimo Sangue del Signore e della Madonna de Rosario. Tornando sulla regionale svoltiamo a sinistra per località Ronc Cretaz e proseguiamo sulla strada asfaltata che introduce ai vigneti di Donnas, scende a La Balme e risale lungo rue Barmesse. Attraversiamo Rovarey e poi scendiamo verso l’antico Borgo di Donnas; lo attraversiamo tutto per sbucare su uno dei tratti più suggestivi della famosa strada di epoca romana, la Via delle Gallie (2).Percorrere questo tratto richiede qualche abilità tecnica in più nella guida della MTB: in questo modo potremo divertirci cercando di mantenerci in equilibrio facendo scorrere le ruote della bicicletta all’interno dei “solchi carrai”. Usciamo dal tratto di strada romana scavato nella roccia e manteniamo la destra sul marciapiede che costeggia la SS26; proseguiamo ancora su un tratto di strada romana sinché questa non si interrompe causa “rischio frana”. Quindi imbocchiamo una deviazione a sinistra, in discesa, su strada asfaltata, per poi risalire su un tratto con forte pendenza che ci riporterà sulla Via delle Gallie sino ai piedi del Forte di Bard.Rimandiamo la salita al Forte a quando termineremo il nostro tour. Imbocchiamo invece la discesa lungo l’antico borgo sino a raggiungere la SS26. Prima di attraversare la Dora Baltea “buttiamo un occhio” su alcuni resti di un antico ponte romano (3) nascosti proprio al termine dell’ultimo filare di antiche abitazioni sulla statale. Attraversiamo la Dora Baltea sulla nostra sinistra percorrendo il terzo ponte del nostro itinerario, il Ponte di Bard (4). Degna di nota anche l’antica zona industriale di Diana. Proseguiamo su Via E. Chanoux per poi prendere la SR2 per Champorcher.Possiamo decidere di affrontare questo secondo tratto di salita rimanendo sulla strada regionale oppure deviando su tratti di sentiero, talvolta abbastanza tecnici ma sicuramente più divertenti e meno pericolosi. Raggiungiamo Bren de Dessous, quindi la frazione di Charvaz (alla nostra sinistra) e poco dopo il bivio per Foliasses. Qui possiamo decidere se proseguire fino a Pontboset percorrendo la SR2 oppure dirigersi verso Folliasses che ci consentirà di imboccare una bellissima strada militare lastricata, una variante di circa km. 1,5 per bikers “intermedi” ed “esperti”.Il sentiero (S1, S3) si sviluppa all’interno di un bosco di castagni con un fondo caratterizzato da un selciato di pietre spaccate che creano qualche asperità. Nel complesso esso alterna tratti medio facili a tratti più tecnici, a causa di una maggiore pendenza. Se abbiamo optato per questo tragitto sbuchiamo sulla Strada di Courtil, poco sotto il villaggio di Biel. Imbocchiamo la strada in discesa a sinistra su asfalto che ci porta direttamente a Pontboset (5). Prima dell’ultimo tornante svoltiamo a destra e imbocchiamo un sentiero che costeggia il villaggio e ci porta al primo dei 6 ponti che attraverseremo, il Ponte di La Vareisa (6).Proseguendo in leggera discesa attraversiamo un ponte minore e il Ponte di Bozet (7), quindi passiamo sulla sinistra orografica dell’Ayasse e raggiungiamo il Ponte a 3 arcate (8), sicuramente il più conosciuto, più appariscente e pittoresco. Lo attraversiamo per ritornare sulla destra orografica dell’Ayasse e proseguiamo su strada asfaltata che conduce al Ponte di Vaseras (9), sul torrente della Manda, meno noto perché un po’ nascosto ma probabilmente il più antico di questa zona. Scendiamo alla frazione di Frontière per attraversare l’ultimo ponte del nostro giro, un ponte “tibetano” (10) in legno e acciaio che ci farà provare un piccolo brivido durante l’attraversamento.Risaliamo lungo un sentiero (S1) nel bosco per raggiungere il centro di Pontboset da cui usciremo in direzione Hône imboccando la SR2 che percorreremo in discesa, facendo molta attenzione alle automobili. Giunti a Charvaz possiamo proseguire sulla strada regionale oppure deviare sui sentieri (abbastanza tecnici) alla nostra destra (S1). Possiamo scegliere tra una direttissima che attraversa Charvaz oppure rifare, al contrario, il primo tratto di strada militare pedalato in salita. In entrambi i casi arriveremo alla Cappella di Santa Lucia. Queste opzioni però implicano una certa padronanza di guida della MTB.Continuiamo la nostra discesa rimanendo sulla SR2 oppure preferiamo ancora l’off-road tagliando gli ultimi tornanti: nel primo caso arriviamo in Via E. Chanoux, nel secondo in Via frat.lli Alfano. Torniamo al Ponte di Bard e ripassiamo, in senso contrario, dal vecchio borgo di Bard (11) lungo Via Vittorio Emanuele II, questa volta dedicando un po’ di attenzione alle botteghe e alle case storiche che arricchiscono il borgo (Casa del Vescovo, la Casa della Meridiana, la Casa Valperga, la Casa Challant, la Casa Ciucca e l’elegante palazzo dei nobili Nicole). Giunti in Piazza Cavour possiamo proseguire la salita sino a raggiungere il cortile del Forte dove parcheggeremo le nostre biciclette e potremo sederci per un meritato aperitivo, visitare i musei del Forte e terminare la nostra giornata regalandoci una cena preso la caffetteria e il ristornate del Forte di Bard (12).Come raggiungerci:In autostrada: da Torino - uscita a Pont-Saint-Martin. Raggiungere Piazza 4 Novembre. Da Aosta – uscire a Verres o a Pont-Saint-Martin.In treno: stazioni di Hone Bard o di Pont-Saint-Martin1 . Ponte romano di Pont-Saint-MartinCoordinate: 45.599386,7.800084Ponte di epoca romana del I° a.C., il più antico dei ponti compresi nel nostro itinerario. Consentiva il transito in direzione Augusta Praetoria e poi verso i valichi alpini sulla Via delle Gallie. E’ oggi uno dei ponti romani più grandiosi e meglio conservati del Nord Italia, utilizzato ininterrottamente fino al 1836, quando venne sostituito dal ponte moderno. Solca le acque del torrente Lys che attraversa il centro del Comune di Pont-Saint-Martin (ad pontem in antico). È un ponte ad arcata unica, lunga 35 metri ed è alto 25. Le due spalle sono saldamente ancorate alla viva roccia. Qui sono visibili gli alloggiamenti scavati nella roccia in cui poggiavano le travi utili a sorreggere l’impalcatura lignea necessaria per la costruzione dell’intradosso dell’arco.La carreggiata ha un’ampiezza di 5 metri esclusi i parapetti. Il fondo di calpestio alterna un selciato moderno a qualche frammento di lastrone lapideo poligonale irregolare (basoli), talvolta inciso da solchi orizzontali, utili a non far scivolare gli animali in transito. Secondo la tradizione, San Martino vescovo di Tours, percorse due volte la Valle d’Aosta per recarsi a Roma attraversando in entrambe le occasioni il ponte sul Lys. Proprio intorno alla figura di San Martino e alle circostanze dell’edificazione del ponte è nata la leggenda che indica il santo vescovo come ideatore del raggiro al diavolo che ebbe come risultato la costruzione del ponte sul Lys. Il carnevale storico di Pont-Saint-Martin trae ispirazione da questa leggenda.Il culmine dei festeggiamenti è il rogo con cui si incendia il diavolo appeso al ponte. 2. La Via delle GallieCoordinate: 45.602393,7.760324Situata all’uscita est del vecchio borgo di Donnas.Qui i romani hanno dovuto intagliare la strada nella roccia per passare il promontorio che giungeva fino alle acque della Dora. Si vede bene il massiccio passaggio ad arco che nel Medioevo servì come porta del borgo.L’antica sede stradale che passa sotto l’arco mostra ancora i caratteristici “solchi carrai” (binari scavati nella pavimentazione) funzionali al passaggio dei carri. L’usura del piano di calpestio testimonia l’intenso utilizzo di questo tratto di strada nel corso dei secoli. Sulla destra si trova un miliario in pietra che informa della distanza in miglia che mancano per raggiungere Augusta Praetoria (l’attuale Aosta), ovvero XXXVI miglia (circa 54 km).La Via delle Gallie rappresenta, probabilmente, la prima opera pubblica realizzata in epoca romana alla fine del I secolo a.C. in Valle d’Aosta. La strada conduceva ai due valichi dell’Alpis Graia in direzione di Lione (Piccolo San Bernardo) e dell’Alpis Poenina in direzione della Valle del Reno e della Germania (Gran San Bernardo).La ricostruzione dei tracciati di epoca romana è possibile grazie ad antichi documenti come la Tabula Peutingeriana, copia dell’XI-XII secolo di un itinerarium risalente al II-IV secolo d.C.. che indica le strade che da Eporedia (Ivrea) portavano alle province transalpine passando da Augusta Prætoria (Aosta). Essa riporta in modo preciso le distanze tra le varie tappe e la presenza di mansiones, punti di sosta lungo il cammino.La perizia dei romani in fatto di viabilità emerge chiaramente laddove dovettero realizzare imponenti tagli nella roccia, opere in pietra di ardita ingegneria e ponti a causa della complessa morfologia del territorio. 3. Resti (nascosti) di un ponte romano a BardCoordinate: 45.612513,7.744476All’interno di uno degli ultimi edifici (un ex bar) che incontriamo lungo la SS26, appena usciti dal borgo di Bard in direzione Verres, sulla destra, è visibile, seppur nascosta, un’arcata a tutto sesto, ben conservata, di un piccolo ponte di epoca romana.4. Ponte di BardCoordinate: 45.611789,7.744277Il ponte è realizzato in pietra ed è composto da 2 archi, con i quali collega la parte bassa del borgo di Bard con la parte sud-orientale di Hône, in Rue Émile Chanoux. In passato l'alveo della Dora Baltea aveva una lunghezza superiore a quella attuale e, di conseguenza, anche la lunghezza del ponte era maggiore. Tre archi più piccoli sono interrati sul lato di Hône. La sua pavimentazione è in leggera pendenza verso Hône. A circa metà del ponte, sul parapetto nord, è presente un'edicola che contiene le statue di San Grato, la Vergine delle Grazie e Sant'Antonio.L'origine del ponte è incerta. Il primo riferimento all'opera è del 1272. Ulteriori attestazioni del ponte si hanno anche in documenti del 1343 e del 1469, oltre al periodo tra il 1592 e il 1596 in riferimento ad un'alluvione. Da documenti più recenti risulta che il ponte fosse pericolante nel 1763, e nel 1787 fu ristrutturato. Negli anni '90 del XX secolo il ponte fu oggetto di nuovi interventi di consolidamento.5. PontbosetPontboset è un villaggio di origine medievale, epoca di cui conserva ancora alcuni edifici. Per la sua posizione geografica, incastonato tra il fiume Ayasse e i torrenti La Manda e Brenve, da subito si rese necessaria la costruzione di numerosi ponti, inizialmente realizzati in legno.Durante il medioevo Pontboset apparteneva alla nobile famiglia di Bard. Nel XVII secolo, il paese era ancora sotto il dominio del conte Nicole de Bard. In questo periodo nacque una fonderia conosciuta come la “fabbrica di chiodi” e il villaggio fu interessato da importanti trasformazioni sia dal punto di vista architettonico che economico. Ciò diede origine alla costruzione o ricostruzione (tra il XII° al XIX°) di suggestivi ponti di pietra tutt’oggi presenti sul torrente Ayasse. Quest’ultimo ha scavato un canyon (orrido), tra le lisce pareti di roccia striata di quarzo, formando una serie di vasche d’acqua naturali, dette goye o marmitte, che si formano ai piedi delle cascate. 6. Ponte di La VareisaCoordinate: 45.610066,7.682682Situato in località Vareisa (Pontboset) Realizzato interamente in pietra e in ottime condizioni di conservazione.7. Ponte di BozetCoordinate: 45.609228,7.683561Situato lungo la strada secondaria che costeggia l’Ayasse sulla sua destra orografica e dà accesso alla mulattiera per i villaggi di Piolly e di Fournier. Erroneamente in alcune mappe viene indicato come “ponte romano”.8. Ponte a 3 arcateCoordinate: 45.607282,7.685292Situato in località Pontboset Realizzato interamente in pietra e in ottime condizioni di conservazione.9. Ponte di VaserasCoordinate: 45.604834,7.686093Situato in località Vaseras.Realizzato interamente in pietra e in ottime condizioni di conservazione. E’ caratterizzato dalla sua schiena d’asino e attraversa il torrente La Manda. 10. Ponte “tibetano”Coordinate: 45.605296,7.688197Situato in località Frontière. Un ponte di epoca moderna. A differenza degli altri, è stato costruito in legno e acciaio ed è estremamente traballante, ovvero oscilla come un ponte tibetano. Sebbene stretto è percorribile anche con bicicletta purché accompagnata “a mano”.11. Borgo di BardIl borgo oggi è un piccolo comune di 3 km2 e poco più di cento abitanti. Gode di una posizione strategica che lo ha reso da lungo tempo centro di passaggio commerciale e militare; un tipico insediamento “di attraversamento” caratterizzato da abitazioni allineate lungo i lati dell’antica Via delle Gallie. Il borgo era anche luogo di sosta e di pagamento di pedaggi. Esso mantenne la sua importanza anche durante l’epoca medievale, trovandosi sulla direttrice che da Canterbury conduceva a Roma: la Via Francigena. Un autentico concentrato di testimonianze storiche con il suo assetto medievale pressoché intatto. Attorno alla via principale, sotto cui scorre parte dell’antico canale detto della Furiana realizzato dai Romani e ancora oggi in uso, si trovano ben 25 edifici dichiarati monumentali costruiti sugli antichi muri romani ancora visibili inalcune cantine. I più celebri sono Casa Challant con le sue finestre a chiglia rovesciata e a crociera, risalente alla fine del XV secolo e abitata dal Conte Filiberto di Challant castellano di Bard tra il 1487 e il 1517, Casa Nicole elegante residenza degli ultimi conti di Bard sulla cui facciata si trovano i segni dei proiettili sparati durante l’assedio al forte di Bard da parte dell’esercito di Napoleone nel maggio del 1800 e Casa Valperga risalente al XVI secolo, con una facciata abbellita da finestre a crociera e i resti di decorazione pittorica. Al centro si trova una finestra a bifora e resti di affreschi che rappresentano antichi stemmi nobiliari, fra cui quello della famiglia Valperga.12. Forte di BardCoordinate: 45.608213,7.744573L’imponente antica struttura architettonica domina il piccolo borgo dall’alto di un promontorio roccioso, sentinella a guardia del punto più stretto di tutta la Valle d’Aosta. Sono 3 i principali corpi di fabbrica che compongono il Forte tra i quali il grande cortile quadrangolare della Piazza d’Armi circondato da un ampio porticato.La storia del Forte affonda le radici nel VI° secolo d.C. quando a Bard c’era una guarnigione di 60 soldati a difesa dell’impero. A partire dal 1242 la fortezza diventa di proprietà dei Savoia. Il Forte diventerà protagonista in occasione del passaggio dell’esercito francese nel 1704 e in seguito quando, nel maggio del 1800, Napoleone Bonaparte troverà asserragliato un esercito formato da 400 austriaci. Il Forte si rivelò inespugnabile, tanto che l’armata napoleonica impiegò circa due settimane per poter proseguire. A seguito della vittoria Napoleone fece smantellare il forte che fu ricostruito, così come lo vediamo oggi, da Carlo Felice, a partire dal 1830, fino a farlo diventare una delle più massicce ed imponenti fortificazioni di sbarramento.A fine ‘800 il forte cadde in declino diventando prima una prigione e poi deposito di munizioni ed infine definitivamente abbandonato. Dopo un’importante opera di recupero e restauro da parte della Regione Autonoma Valle d’Aosta a partire dagli anni 2000, oggi il forte è un importantissimo polo culturale con musei permanenti ed esposizioni temporanee di livello internazionale.