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Area di interesse naturalistico del rifugio falck (grosio)

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Descrizione

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Risalendo la valle del torrente Verva, o Val Gròsina Orientale, dopo un primo gradino su cui sorge il villaggio di Eita la conca sembra chiudersi contro una bastionata di roccia alta quasi un centinaio di metri. Oltre essa, due ripiani successivi caratterizzano il paesaggio, il primo attorno ai 1950 m di quota, il secondo - dominato dalle pareti della costiera del Sasso Maurigno e delle Cime di Redasco, e al centro del quale sorge il Rifugio Falck - 50 m più sopra: essi costituiscono, con la loro particolare conformazione, un'area di elevato interesse geologico e naturalistico.

La bastionata, infatti, si sviluppa in corrispondenza di un importante cambio nelle rocce che costituiscono i fianchi della valle, tutta incisa entro la successione di falde tettoniche del cosiddetto Dominio Austroalpino: si tratta di vaste e potenti compagini rocciose che si sono accavallate le une alle altre durante la collisione fra placca africana ed europea - attorno a 30 milioni di anni fa - dando origine all'edificio strutturale delle Alpi. Fra queste, l'Austroalpino rappresenta un gruppo di falde di crosta continentale africana "gettata" sopra quella europea.

Le rocce che lo compongono sono in questo tratto tutte di origine metamorfica antichissima, formatesi durante un'orogenesi precedente, di cui sono ormai l'unica traccia visibile.

Salendo, si attraversano gneiss derivati da antichissime rocce sedimentarie (paragneiss) e micascisti dall'aspetto foliato, sui quali appoggiano gneiss chiari derivati da antichissimi graniti (ortogneiss).

Anche se difficile da cogliere per un occhio non allenato, questo cambio di litologia corrisponde all'accavallamento tettonico delle falde dell'Austroalpino Superiore su quelle dell'Austroalpino Medio, materializzando quindi un piano di sovrascorrimento tettonico di importanza regionale: blandamente inclinato verso settentrione esso caratterizza tutto il settore montano a nord di Grosio.

I ripiani del Rifugio Falck si sviluppano proprio in corrispondenza del piano di sovrascorrimento: essi sono quindi di origine morfostrutturale, cioè legati alla presenza di fasce orizzontali di rocce più o meno fratturate - e quindi più o meno resistenti all'erosione - in corrispondenza del grande piano di sovrascorrimento.

La loro superficie è stata poi modellata dall'esarazione glaciale in dossi dalla caratteristica forma a dorso di balena, con strie che indicano il fluire verso SSW della lingua glaciale che scendeva dalla Val Viola attraverso il Passo di Verva; nelle depressioni fra questi, il ristagno di acqua favorito dalla presenza di sedimenti fini permette lo sviluppo di ambienti di torbiera di particolare pregio naturalistico: le torbiere d'alta quota costituiscono infatti ambiti estremamente limitati nello spazio, e con specie peculiari, spesso relitte.

L'area a ridosso del Rifugio Falck è per tale motivo stata riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Una sottile fascia settentrionale, a decorso E-W, presenta i caratteri delle torbiere cosiddette di transizione (habitat 7140) - cioè in evoluzione da torbiera bassa, piatta e in condizioni sommerse, a torbiera alta, con comunità vegetali piuttosto ricche,  sviluppate appena  sopra il livello dell'acqua; fra queste spiccano varie specie di carici, quali Carex fusca, Carex rostrata e Eriophorum vaginatum, dalla spettacolare fioritura a piumini argentei che vibrano al vento riflettendosi sullo specchio d'acqua.

Di interesse anche maggiore è il piccolo settore a meridione, separato da un allineamento di rocce montonate, e classificabile come torbiera alta attiva (habitat 7110): risultato dell'evoluzione, attraverso migliaia di anni, di un'area a torbiera bassa, essa è un ambiente poco comune, che si caratterizza per la forma irregolarmente rilevata, a cuscini verdeggianti inframmezzati da zone piatte e ancora umide. Il rilievo è dato da cumuli di sfagni - dei muschi tipici dell'ambiente di torbiera - che si accrescono nel tempo sui propri resti, indecomposti a causa della costante presenza di acqua e della sua acidità, legata al metabolismo degli sfagni stessi. Questi materiali organici sono i principali produttori degli accumuli di torba.

La torbiera del Rifugio Falck presenta specie di particolare rilevanza, o addirittura rare come il mirtillo di palude, Vaccinium oxycoccus.

La sua fisionomia è poi caratterizzata qua e là dall'avanzare del pino mugo, che inizia a colonizzare le aree più rilevate e ormai asciutte, indicando un'evoluzione verso aree boscate.

L'area del Rifugio Falck è sita lungo una strada carrozzabile che si inerpica da Sòndalo sino al Passo di Verva, per poi scendere in Val Viola; di origine militare, oggi è percorribile solo a piedi o in bici, ma nei drammatici giorni seguenti la grande frana "della Val Pola" - che nel luglio dell'86 coinvolse il versante opposto della costiera che dal Sasso Maurigno si estende sino a Cime Redasco - si pensò addirittura di riattivarla come percorso di emergenza, per ricollegare la conca di Bormio e l'alta Vatellina al resto della valle, aggirando lo sbarramento costituito dalla frana.

Il Rifugio Falck, di proprietà del CAI di Dervio e inaugurato nel 1963, è una struttura non gestita, con due dormitori e cucina, disponibile su prenotazione da giugno ad agosto contattando il CAI di Tirano, che ne cura l'uso.

 

Indirizzo: in Val Grosina occ.le in località Verva a quota 2005 metri

MAPPA

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Risalendo la valle del torrente Verva, o Val Gròsina Orientale, dopo un primo gradino su cui sorge il villaggio di Eita la conca sembra chiudersi contro una bastionata di roccia alta quasi un centinaio di metri. Oltre essa, due ripiani successivi caratterizzano il paesaggio, il primo attorno ai 1950 m di quota, il secondo - dominato dalle pareti della costiera del Sasso Maurigno e delle Cime di Redasco, e al centro del quale sorge il Rifugio Falck - 50 m più sopra: essi costituiscono, con la loro particolare conformazione, un'area di elevato interesse geologico e naturalistico.

La bastionata, infatti, si sviluppa in corrispondenza di un importante cambio nelle rocce che costituiscono i fianchi della valle, tutta incisa entro la successione di falde tettoniche del cosiddetto Dominio Austroalpino: si tratta di vaste e potenti compagini rocciose che si sono accavallate le une alle altre durante la collisione fra placca africana ed europea - attorno a 30 milioni di anni fa - dando origine all'edificio strutturale delle Alpi. Fra queste, l'Austroalpino rappresenta un gruppo di falde di crosta continentale africana "gettata" sopra quella europea.

Le rocce che lo compongono sono in questo tratto tutte di origine metamorfica antichissima, formatesi durante un'orogenesi precedente, di cui sono ormai l'unica traccia visibile.

Salendo, si attraversano gneiss derivati da antichissime rocce sedimentarie (paragneiss) e micascisti dall'aspetto foliato, sui quali appoggiano gneiss chiari derivati da antichissimi graniti (ortogneiss).

Anche se difficile da cogliere per un occhio non allenato, questo cambio di litologia corrisponde all'accavallamento tettonico delle falde dell'Austroalpino Superiore su quelle dell'Austroalpino Medio, materializzando quindi un piano di sovrascorrimento tettonico di importanza regionale: blandamente inclinato verso settentrione esso caratterizza tutto il settore montano a nord di Grosio.

I ripiani del Rifugio Falck si sviluppano proprio in corrispondenza del piano di sovrascorrimento: essi sono quindi di origine morfostrutturale, cioè legati alla presenza di fasce orizzontali di rocce più o meno fratturate - e quindi più o meno resistenti all'erosione - in corrispondenza del grande piano di sovrascorrimento.

La loro superficie è stata poi modellata dall'esarazione glaciale in dossi dalla caratteristica forma a dorso di balena, con strie che indicano il fluire verso SSW della lingua glaciale che scendeva dalla Val Viola attraverso il Passo di Verva; nelle depressioni fra questi, il ristagno di acqua favorito dalla presenza di sedimenti fini permette lo sviluppo di ambienti di torbiera di particolare pregio naturalistico: le torbiere d'alta quota costituiscono infatti ambiti estremamente limitati nello spazio, e con specie peculiari, spesso relitte.

L'area a ridosso del Rifugio Falck è per tale motivo stata riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Una sottile fascia settentrionale, a decorso E-W, presenta i caratteri delle torbiere cosiddette di transizione (habitat 7140) - cioè in evoluzione da torbiera bassa, piatta e in condizioni sommerse, a torbiera alta, con comunità vegetali piuttosto ricche,  sviluppate appena  sopra il livello dell'acqua; fra queste spiccano varie specie di carici, quali Carex fusca, Carex rostrata e Eriophorum vaginatum, dalla spettacolare fioritura a piumini argentei che vibrano al vento riflettendosi sullo specchio d'acqua.

Di interesse anche maggiore è il piccolo settore a meridione, separato da un allineamento di rocce montonate, e classificabile come torbiera alta attiva (habitat 7110): risultato dell'evoluzione, attraverso migliaia di anni, di un'area a torbiera bassa, essa è un ambiente poco comune, che si caratterizza per la forma irregolarmente rilevata, a cuscini verdeggianti inframmezzati da zone piatte e ancora umide. Il rilievo è dato da cumuli di sfagni - dei muschi tipici dell'ambiente di torbiera - che si accrescono nel tempo sui propri resti, indecomposti a causa della costante presenza di acqua e della sua acidità, legata al metabolismo degli sfagni stessi. Questi materiali organici sono i principali produttori degli accumuli di torba.

La torbiera del Rifugio Falck presenta specie di particolare rilevanza, o addirittura rare come il mirtillo di palude, Vaccinium oxycoccus.

La sua fisionomia è poi caratterizzata qua e là dall'avanzare del pino mugo, che inizia a colonizzare le aree più rilevate e ormai asciutte, indicando un'evoluzione verso aree boscate.

L'area del Rifugio Falck è sita lungo una strada carrozzabile che si inerpica da Sòndalo sino al Passo di Verva, per poi scendere in Val Viola; di origine militare, oggi è percorribile solo a piedi o in bici, ma nei drammatici giorni seguenti la grande frana "della Val Pola" - che nel luglio dell'86 coinvolse il versante opposto della costiera che dal Sasso Maurigno si estende sino a Cime Redasco - si pensò addirittura di riattivarla come percorso di emergenza, per ricollegare la conca di Bormio e l'alta Vatellina al resto della valle, aggirando lo sbarramento costituito dalla frana.

Il Rifugio Falck, di proprietà del CAI di Dervio e inaugurato nel 1963, è una struttura non gestita, con due dormitori e cucina, disponibile su prenotazione da giugno ad agosto contattando il CAI di Tirano, che ne cura l'uso.

 

Indirizzo: in Val Grosina occ.le in località Verva a quota 2005 metri