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CHIESA DI S. VITALE (BORMIO)

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Entrando nel centro storico di Bormio dalla strada provinciale, la chiesa di San Vitale con le sue inequivocabili linee romaniche spunta improvvisa, isolata com'è al centro del trivio che fa capo alla centralissima via Roma, e incorniciata da un tessuto urbanistico nettamente più recente.

Essa sorse su un sito già sacro alle popolazioni locali in epoca preromana, come sembra indicare il ritrovamento, durante uno scavo nel 1944, della lapide del V secolo a. C. oggi conservata al Museo Archeologico di Como. Essa raffigura un guerriero armato di tridente rituale e un secondo con un lungo strumento a fiato ricurvo: una cerimonia religiosa - secondo gli archeologi - forse legata al culto delle acque termali.

Nei documenti, la chiesa risulta già esistente nel 1196, e già intitolata a San Vitale, qui venerato in quanto padre, secondo la tradizione, dei patroni di Bormio, San Gervasio e San Protasio. A quell'epoca, alla chiesa faceva capo la contrada di Dossiglio, periferica rispetto all'abitato principale, e sede di tutte le maggiori attività artigianali del contado.

Intorno all'edificio - ad aula unica con abside circolare, come si vede ancora oggi - si estendeva il cimitero, secondo l'uso dell'epoca: ne sopravvive traccia nella piccola lapide incastonata nel muro esterno della chiesa, che attesta la sepoltura, nel 1294, di un Tommaso Alberti, membro di una delle più facoltose famiglie della Bormio del tempo.

Le mura del tempio vennero sopraelevate successivamente, nel XV secolo, mantenendo l'impianto del tetto a capanna, sostenuto all'interno da volte a crociera.

I restauri condotti a partire dal 2015 hanno rimosso l'intonaco recente, restituendo a vista la struttura dell'edificio, con le spesse mura in pietre locali irregolarmente squadrate, che le donano un aspetto severo ed essenziale, ritenuto in genere "tipicamente medievale".

In realtà, come buona parte delle chiese di quel periodo, anche San Vitale doveva apparire riccamente policroma per la copertura di affreschi cultuali o votivi.

Alcuni riquadri risalenti al XIV secolo e ben leggibili tutt'oggi, riescono a dare una vaga idea di ciò: sul fianco meridionale, un Calvario con  la famiglia dei committenti e, sulla facciata, una Madonna in trono fra Santi, gli Sposi Santa Valeria e San Vitale, nonché il cosiddetto Cristo della Domenica, forse collegato proprio alle attività artigianali della contrada: l'immagine infatti rappresenta il Cristo della Passione attorniato da attrezzi e animali da lavoro, secondo un'iconografia tipica dell'epoca; la tradizione vuole che si macchiasse di una goccia di sangue ogni volta che non veniva rispettato il riposo settimanale.

All'interno dell'edificio sono state ricoverate - in seguito all'abbattimento della chiesa di San Lorenzo in cui si trovavano in origine - due statue lignee, cinquecentesche nelle vesti e nell'armamento, di pregevole fattura, e una piccola ancona, anch'essa lignea, riccamente intagliata e forse proveniente dalla vicina chiesa di Santo Spirito.

La piccola chiesa di San Vitale - con  il suo possente campanile, ornato da tre ordini di bifore incorniciate da archetti ciechi, sotto la monofora e la guglia sommitali - risalta oggi come un prezioso e imprevisto gioiello, testimone di almeno un millennio di storia della comunità bormina e protagonista di scorci sorprendenti; essa merita quindi l'attenzione anche del passante più frettoloso, persino nella suggestiva cornice serale, creata dall'illuminazione notturna della via e del campanile.

Fonte: www.bormio.eu 

Contatti:

Indirizzo:via S. Vitale 3

Tel. 0342 903300

E-mail: info@bormio.eu

 

 

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