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VALLE DEL BRAULIO

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La valle del Braulio mette in comunicazione Bormio con la Valle di Trafoi e la Val Venosta attraverso il Passo dello Stelvio; essa condivide il nome col monte che la sovrasta, e che raggiunge i 2980 m di quota.

È un’area questa molto selvaggia, soprattutto nel settore inferiore, nonostante la presenza della strada dello Stelvio e del Passo, che vedono in estate il transito di migliaia di automobili, moto e ciclisti; già a poche centinaia di metri dalla strada, infatti, vi sono territori aspri e selvaggi, pendii scoscesi e fitti, abitati da una ricca fauna selvatica.

La valle è profondamente incisa dal torrente Braulio, che nel suo scorrere ha modellato salti in roccia, cascate e forre. Dal punto di vista morfologico, essa si può suddividere in due settori: quello superiore, denominato Alta Valle del Braulio e caratterizzato da un antico modellamento glaciale, e quello inferiore, denominato Bassa Valle del Braulio - compreso tra la cosiddetta Bocca del Braulio e lo sbocco nell’Adda in località Boscopiano - in cui, nel corso del tempo, il torrente ha scavato una profondissima gola.

Durante la Prima Guerra Mondiale la cima del Monte Braulio ebbe una straordinaria importanza strategica; essa, infatti, rappresentò un nodo fondamentale del sistema difensivo italiano, a fronte delle truppe austro-ungariche che occupavano lo Stelvio: importanti evidenze di questa lunga occupazione sono state recentemente ritrovate presso la cima del Monte Scorluzzo.

La cima del Monte Braulio ospitava una linea di trincee italiane ancora oggi ben visibile, linea che proseguiva verso Nord sino alla bocchetta della Forcola di Rims, per poi risalire alla Punta di Rims che segna l’attuale confine.

La postazione del Braulio aveva lo scopo di controllare la linea nemica austro-ungarica, nel quadro complessivo della strategia difensiva che l’esercito italiano mantenne nel corso della Prima Grande Guerra, attaccando sul fronte della Venezia-Giulia senza tentativi di invasione del Sud-Tirolo.

Il monte Braulio è oggi una cima poco frequentata, nonostante la relativa facilità dell’accesso e la sorprendente ampiezza del panorama: in questo soffre probabilmente il confronto con le vicine Punta di Rims e Piz Umbrail, di accesso più breve. La salita può avvenire per due vie, partendo dalla III Cantoniera presso la chiesa di S. Ranieri, o dalla IV Cantoniera, presso il passo di Umbrail o Giogo di S. Maria. Esse possono inoltre essere combinate ad anello, e in tal caso conviene partire dalla III Cantoniera.

La Valle del Braulio è oggi anche un laboratorio a cielo aperto per lo studio delle acque del Parco dello Stelvio. In ben tre punti di essa, infatti, l’Ente Parco esegue il costante monitoraggio della portata del torrente attraverso stazioni idrometriche automatiche; esso è parte del più ampio Progetto Idrostelvio, che il Parco ha sviluppato e coordina dal 2010, con la collaborazione dell’Università e del Politecnico di Milano.

La stazione di misura Idrostelvio più bassa è localizzata in prossimità di una forra scavata dal torrente Braulio nel suo tratto inferiore, bellissima ma raggiungibile solo attraverso un percorso ripido e impegnativo; la seconda è posta in corrispondenza di un ponte, nel tratto superiore della valle; la più alta, infine, è su uno dei tratti iniziali del torrente, vicino alla V cantoniera dello Stelvio, tra i pascoli che qui dominano il paesaggio di alta quota.

MAPPA