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LA CRESTA DI REIT

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Il lato nordorientale della conca di Bormio è dominato da un'imponente bastionata rocciosa, che si erge per quasi 700 metri sopra estese pendici boscate: é la Cresta di Reit, o meglio, Larèit - ovvero lariceto - nome che i locali hanno attribuito al contrafforte roccioso che dall'attuale Cima di Reit (3049 m s.l.m.) si estende per più di cinque chilometri sino al Passo dell'Ables, che la separa dal Gruppo del Monte Cristallo.

Dal punto di vista geologico essa fa parte di un grande piastrone di rocce carbonatiche, formatesi circa 210 milioni di anni fa nel Triassico superiore, che si estende lateralmente per quasi 35 chilometri, dal Pizzo di Cassana, sul confine svizzero oltre Livigno, sino a tutto il massiccio dell'Ortles verso oriente. Le bastionate della Reit in particolare - così come il Monte della Scale - sono costituite da dolomie sottilmente stratificate, organizzate in banchi potenti sino a 5 o 6 metri: sono questi ultimi che, data l'estensione della parete su cui affiorano e la distanza, appaiono all'osservatore come una semplice stratificazione; nelle carte geologiche più recenti, queste dolomie sono raggruppate nella formazione della Dolomia Principale dell'Austroalpino.

Le rocce carbonatiche della Reit e del Monte delle Scale spiccano per il colore chiaro e per la morfologia a cui danno luogo, rispetto ai rilievi circostanti costituiti da rocce cristalline, prevalentemente di origine metamorfica e di colore scuro. Esse fanno parte della cosiddetta Falda tettonica dell'Ortles, un lembo dell'antica crosta continentale che, durante l'orogenesi alpina, a patire forse da 60 milioni di anni fa, è stato traslato verso occidente per centinaia di chilometri, andando ad accavallarsi alle rocce metamorfiche che costituiscono il versante boscato sotto le pareti dolomitiche, il Monte Vallecetta e tutte le cime a sudovest. Lungo il piano di sovrascorrimento, visualizzato nelle carte geologiche dalla cosiddetta Linea tettonica dello Zebrù, sono rimaste "incastrate" nel trascinamento anche ridotte scaglie di altre rocce sedimentarie, in particolare le dolomie marnose sottilmente stratificate della Formazione della Val Forcola, con intercalate spesse bancate di anidriti e gessi, ambedue rocce costituite da solfato di calcio (CaSO4) e molto solubili; uno di questi corpi gessosi affiora proprio ai piedi della Reit, nella valle di Uzza: la sua bancata bianca, disgiunta dalla parete soprastante e come isolata sopra il bosco, è ben visibile dal versante di fronte.

La strutturazione geologica del massiccio della Reit dà ragione anche della presenza attorno a Bormio di sorgenti termominerali solfato-bicarbonato-alcalino-terrose, captate e utilizzate sin dall'epoca romana. Il piano di sovrascorrimento, che qui scende rapidamente in profondità con un'inclinazione superiore ai 45°, costituisce una via preferenziale per la risalita di una falda acquifera profonda, le cui acque mantengono le temperature più elevate presenti naturalmente in profondità; scendendo entro la crosta terrestre, infatti, la temperatura aumenta con regolarità - il cosiddetto gradiente geotermico - in media di 3°C ogni 100 m. Le acque di Bormio, che sgorgano a temperature fra i 37° e i 40°, attraversando le scaglie di gessi presenti sotto la Reit si arricchiscono di solfati e di altri elementi in tracce derivati dalla dissoluzione di queste rocce; sono questi sali disciolti che conferiscono alle sorgenti termali di Bormio le ben note caratteristiche terapeutiche.

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