La riserva si trova nel Comune di Corteno Golgi, in provincia di Brescia, all’estremità orientale delle Alpi Orobie, e si estende sul territorio di due bellissime vallate, la val Brandet e la valle di Campovecchio, che si congiungono presso la valle di sant’Antonio, vicino all’omonimo paesino, frazione di Corteno Golgi.
Le valli presentano ancora oggi caratteristiche naturali ben conservate, grazie all’attento operato dell’uomo che, nei secoli scorsi, ha saputo creare un equilibrio tra sviluppo agricolo e conservazione della natura. L’area è inserita in un territorio dove sono tuttora visibili le tracce lasciate dal ritiro dei ghiacciai: superfici rocciose abbandonate, vasti depositi di detriti e suggestivi laghetti.
L’area tutelata è limitata esclusivamente ai territori delle tre vallate fino a un’altezza variabile tra 1200 e 1700 metri.
Il graduale sviluppo in altezza della zona ha permesso a tutte le componenti più tipiche del paesaggio montuoso di potersi manifestare: ai ripidi pendii boscosi si alternano i prati, i pascoli e le caratteristiche abitazioni rurali, tutte realtà che si integrano in maniera armonica. I boschi di abete rosso, il larice comune e i gruppi isolati di abete bianco occupano estese superfici. Il sottobosco è particolarmente povero per la difficoltà dei raggi solari di penetrare attraverso la barriera fitta di rami. Dove nel passato furono abbattute vaste superfici di bosco per creare prati e pascoli, si possono ora ammirare belle fioriture, primaverili e estive, di ranuncoli, di trifogli, di botton d’oro, di bistorta e di molte altre specie.
Man mano che si sale, la presenza dell’abete rosso diventa sempre più sporadica e si incontra il larice alternato a pascoli. Il larice è una pianta facilmente adattabile a condizioni particolarmente difficili come il tipo di terreno e la ripidità dei versanti.
La riserva ospita la tipica fauna alpina. Nelle vallate più basse è possibile incontrare camosci, cervi nobili, caprioli, volpi e mufloni, specie originaria della Sardegna e della Corsica e introdotta in questi luoghi nel 1971. Nei boschi può capitare di sorprendere qualche scoiattolo e, se assistiti da molta fortuna, la martora. A quote elevate è sempre possibile un incontro con la lepre bianca o con l’ermellino. Nell’area sono presenti tutte le specie di uccelli tipiche della montagna. Nei boschi si può ammirare il picchio nero, il francolino di monte, la nocciolaia, l’astore e lo sparviere. La coturnice, il gallo forcello e la pernice bianca vivono invece a quote più elevate.
L’aquila reale perlustra regolarmente il territorio della riserva. È da segnalare infine la possibilità di scorgere, occasionalmente, il raro gallo cedrone.
La riserva si trova nel Comune di Corteno Golgi, in provincia di Brescia, all’estremità orientale delle Alpi Orobie, e si estende sul territorio di due bellissime vallate, la val Brandet e la valle di Campovecchio, che si congiungono presso la valle di sant’Antonio, vicino all’omonimo paesino, frazione di Corteno Golgi.
Le valli presentano ancora oggi caratteristiche naturali ben conservate, grazie all’attento operato dell’uomo che, nei secoli scorsi, ha saputo creare un equilibrio tra sviluppo agricolo e conservazione della natura. L’area è inserita in un territorio dove sono tuttora visibili le tracce lasciate dal ritiro dei ghiacciai: superfici rocciose abbandonate, vasti depositi di detriti e suggestivi laghetti.
L’area tutelata è limitata esclusivamente ai territori delle tre vallate fino a un’altezza variabile tra 1200 e 1700 metri.
Il graduale sviluppo in altezza della zona ha permesso a tutte le componenti più tipiche del paesaggio montuoso di potersi manifestare: ai ripidi pendii boscosi si alternano i prati, i pascoli e le caratteristiche abitazioni rurali, tutte realtà che si integrano in maniera armonica. I boschi di abete rosso, il larice comune e i gruppi isolati di abete bianco occupano estese superfici. Il sottobosco è particolarmente povero per la difficoltà dei raggi solari di penetrare attraverso la barriera fitta di rami. Dove nel passato furono abbattute vaste superfici di bosco per creare prati e pascoli, si possono ora ammirare belle fioriture, primaverili e estive, di ranuncoli, di trifogli, di botton d’oro, di bistorta e di molte altre specie.
Man mano che si sale, la presenza dell’abete rosso diventa sempre più sporadica e si incontra il larice alternato a pascoli. Il larice è una pianta facilmente adattabile a condizioni particolarmente difficili come il tipo di terreno e la ripidità dei versanti.
La riserva ospita la tipica fauna alpina. Nelle vallate più basse è possibile incontrare camosci, cervi nobili, caprioli, volpi e mufloni, specie originaria della Sardegna e della Corsica e introdotta in questi luoghi nel 1971. Nei boschi può capitare di sorprendere qualche scoiattolo e, se assistiti da molta fortuna, la martora. A quote elevate è sempre possibile un incontro con la lepre bianca o con l’ermellino. Nell’area sono presenti tutte le specie di uccelli tipiche della montagna. Nei boschi si può ammirare il picchio nero, il francolino di monte, la nocciolaia, l’astore e lo sparviere. La coturnice, il gallo forcello e la pernice bianca vivono invece a quote più elevate.
L’aquila reale perlustra regolarmente il territorio della riserva. È da segnalare infine la possibilità di scorgere, occasionalmente, il raro gallo cedrone.