A pochi passi dal maggior insediamento della Valtellina - il capoluogo Sondrio - attraversato l'Adda sul ponte per Busteggia di Piateda ci si trova sorprendentemente al margine di un'area in cui le caratteristiche naturali del fondovalle si sono conservate pressoché intatte, tanto da aver spinto - nell'ormai lontano 1983 - il WWF a proporla come area da proteggere; con l'impegno della Comunità Montana Valtellina di Sondrio si arrivò così nel 1994 al riconoscimento da parte di Regione Lombardia della Riserva Naturale Orientata del Bosco dei Bordighi, estesa su di un'area di 47 ettari fra i Comuni di Albosaggia, Faedo Valtellino e Montagna in Valtellina.
Essa comprende i conoidi del torrente Orsenigo e del torrente Venina, nonché la conca fra quest'ultimo e il versante orobico, ed è caratterizzata da una vegetazione naturale strettamente legata al tipo di suoli presenti - sviluppati su uno spesso materasso di alluvioni ghiaiose o sabbiose - e alla presenza di acqua, sia del grande fiume che dei torrenti locali: si tratta di uno degli ormai rari lembi di bosco ripariale rimasti lungo l'intera valle.
Addentrandosi lungo i suoi sentieri pianeggianti e ben segnalati - e seguendo in alcuni tratti di maggior interesse naturalistico i pannelli del percorso botanico realizzati dal Rotary Club locale - si entra in contatto con una serie di habitat caratterizzati da un'incredibile ricchezza di specie vegetali - ben 464 diverse - e, con un po' di fortuna, con alcune del centinaio di specie animali censite.
Vicino all'ingresso, il conoide del Venina fa da raccordo fra l'area antropizzata e quella più selvaggia: prati da sfalcio, con una ricca varietà di graminacee e di fiori selvatici, mantenuti nel corso dei secoli dall'uomo per ricavarne foraggio, forniscono cibo anche a numerosi animali, quali la lepre comune e il cardellino.
Tutt'intorno, una fitta fascia di bosco a robinie protegge il cuore della Riserva; si tratta di una specie esotica, importata nel '600 dall'America per i suoi grappoli di fiori profumatissimi - e ottimi in pastella fritti - che nei secoli si è diffusa in molti luoghi, naturalizzandosi. Assieme a essa, frassini, salici e tigli - avvisaglie degli altri ambienti della Riserva - offrono asilo a numerosi uccelli, quali lo scricciolo e l'averla piccola.
Si attraversa poi il greto del Venina, una fascia a ciottoli molto mobile, larga non più di 20 m, che dà asilo a numerose erbacee pioniere, fra cui l'Assenzio selvatico (Artemisia vulgaris). Nelle pozze più tranquille, a primavera si rinvengono i lunghi cordoni gelatinosi delle uova del Rospo comune (Bufo bufo), una specie in pericolo che qui trova un prezioso sito riproduttivo; abbondano inoltre le larve dei tricotteri - una sorta di moscerini acquatici - riconoscibili per l'astuccio cilindrico che le racchiude, costruito aggregando granuli di sabbia del fiume. La loro presenza è un indicatore importante della buona qualità delle acque.
Nel pieno della corrente, infine, la Trota e il Vairone offrono cibo all'Airone cinerino e al Martin pescatore.
Oltre il torrente, si estendono i boschi igrofili - letteralmente, amanti dell'acqua - il nucleo più prezioso della Riserva: in prossimità delle ripe, il bosco a Ontano - sia il bianco, sui terreni pianeggianti, sia il nero sui pendii - assieme a Salici, Frassini, Sambuchi che fanno ombra a tappeti di Aglio orsino dai candidi fiori, e alla Felce penna di struzzo (Mattheuccia struptiopteris), una rara specie, qui fra le più pregiate; addentrandosi oltre le ripe, compare invece il Salice bianco. Il bosco è il regno di numerose specie di uccelli che nidificano nelle cavità naturali dei tronchi, quali l'Upupa e il Picchio muratore, nonché il Picchio rosso, che scava direttamente il proprio buco beccando contro il legno, con una frequenza di una decina di colpi al secondo; proprio quest'ultimo, per la sua numerosa presenza, che caratterizza anche il paesaggio sonoro del bosco, è stato scelto come logo della Riserva.
E proprio ai suoni, alle voci del bosco e ai suoi silenzi pieni di fruscii è dedicata un'installazione unica nel suo genere in Italia, il cosiddetto Megafono della Natura, inaugurato nel 2019.
Annidato nel cuore più remoto del parco, si presenta come una specie di gigantesco cono sfaccettato - il diametro maggiore raggiunge i 3 m - adagiato nell'erba; la sua doppia parete a liste in larice siberiano costituisce una sorta di cassa di risonanza avvolgente, progettata apposta per amplificare i suoni circostanti e immergere chi vi si pone dentro in un'incredibile esperienza acustica.
L'idea di questi megafoni è nata in Estonia: qui un gruppo di studenti dell'Accademia delle Arti ha realizzato i primi tre ruup - il loro nome in lingua madre - collocandoli nella foresta di Võru, per amplificarne la musica naturale con un ridottissimo impatto ambientale.
Il Megafono della Natura del Bosco dei Bordighi rappresenta quindi al momento un'opportunità unica in Italia per fruire multisensorialmente di tutta la ricchezza dell'ambiente naturale nella sua integrità, rappresentando un polo di attrazione che si affianca alle numerose iniziative didattiche rivolte ai giovani e alle scuole.
http://www.cmsondrio.it/cmvtnsdr/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/7
A pochi passi dal maggior insediamento della Valtellina - il capoluogo Sondrio - attraversato l'Adda sul ponte per Busteggia di Piateda ci si trova sorprendentemente al margine di un'area in cui le caratteristiche naturali del fondovalle si sono conservate pressoché intatte, tanto da aver spinto - nell'ormai lontano 1983 - il WWF a proporla come area da proteggere; con l'impegno della Comunità Montana Valtellina di Sondrio si arrivò così nel 1994 al riconoscimento da parte di Regione Lombardia della Riserva Naturale Orientata del Bosco dei Bordighi, estesa su di un'area di 47 ettari fra i Comuni di Albosaggia, Faedo Valtellino e Montagna in Valtellina.
Essa comprende i conoidi del torrente Orsenigo e del torrente Venina, nonché la conca fra quest'ultimo e il versante orobico, ed è caratterizzata da una vegetazione naturale strettamente legata al tipo di suoli presenti - sviluppati su uno spesso materasso di alluvioni ghiaiose o sabbiose - e alla presenza di acqua, sia del grande fiume che dei torrenti locali: si tratta di uno degli ormai rari lembi di bosco ripariale rimasti lungo l'intera valle.
Addentrandosi lungo i suoi sentieri pianeggianti e ben segnalati - e seguendo in alcuni tratti di maggior interesse naturalistico i pannelli del percorso botanico realizzati dal Rotary Club locale - si entra in contatto con una serie di habitat caratterizzati da un'incredibile ricchezza di specie vegetali - ben 464 diverse - e, con un po' di fortuna, con alcune del centinaio di specie animali censite.
Vicino all'ingresso, il conoide del Venina fa da raccordo fra l'area antropizzata e quella più selvaggia: prati da sfalcio, con una ricca varietà di graminacee e di fiori selvatici, mantenuti nel corso dei secoli dall'uomo per ricavarne foraggio, forniscono cibo anche a numerosi animali, quali la lepre comune e il cardellino.
Tutt'intorno, una fitta fascia di bosco a robinie protegge il cuore della Riserva; si tratta di una specie esotica, importata nel '600 dall'America per i suoi grappoli di fiori profumatissimi - e ottimi in pastella fritti - che nei secoli si è diffusa in molti luoghi, naturalizzandosi. Assieme a essa, frassini, salici e tigli - avvisaglie degli altri ambienti della Riserva - offrono asilo a numerosi uccelli, quali lo scricciolo e l'averla piccola.
Si attraversa poi il greto del Venina, una fascia a ciottoli molto mobile, larga non più di 20 m, che dà asilo a numerose erbacee pioniere, fra cui l'Assenzio selvatico (Artemisia vulgaris). Nelle pozze più tranquille, a primavera si rinvengono i lunghi cordoni gelatinosi delle uova del Rospo comune (Bufo bufo), una specie in pericolo che qui trova un prezioso sito riproduttivo; abbondano inoltre le larve dei tricotteri - una sorta di moscerini acquatici - riconoscibili per l'astuccio cilindrico che le racchiude, costruito aggregando granuli di sabbia del fiume. La loro presenza è un indicatore importante della buona qualità delle acque.
Nel pieno della corrente, infine, la Trota e il Vairone offrono cibo all'Airone cinerino e al Martin pescatore.
Oltre il torrente, si estendono i boschi igrofili - letteralmente, amanti dell'acqua - il nucleo più prezioso della Riserva: in prossimità delle ripe, il bosco a Ontano - sia il bianco, sui terreni pianeggianti, sia il nero sui pendii - assieme a Salici, Frassini, Sambuchi che fanno ombra a tappeti di Aglio orsino dai candidi fiori, e alla Felce penna di struzzo (Mattheuccia struptiopteris), una rara specie, qui fra le più pregiate; addentrandosi oltre le ripe, compare invece il Salice bianco. Il bosco è il regno di numerose specie di uccelli che nidificano nelle cavità naturali dei tronchi, quali l'Upupa e il Picchio muratore, nonché il Picchio rosso, che scava direttamente il proprio buco beccando contro il legno, con una frequenza di una decina di colpi al secondo; proprio quest'ultimo, per la sua numerosa presenza, che caratterizza anche il paesaggio sonoro del bosco, è stato scelto come logo della Riserva.
E proprio ai suoni, alle voci del bosco e ai suoi silenzi pieni di fruscii è dedicata un'installazione unica nel suo genere in Italia, il cosiddetto Megafono della Natura, inaugurato nel 2019.
Annidato nel cuore più remoto del parco, si presenta come una specie di gigantesco cono sfaccettato - il diametro maggiore raggiunge i 3 m - adagiato nell'erba; la sua doppia parete a liste in larice siberiano costituisce una sorta di cassa di risonanza avvolgente, progettata apposta per amplificare i suoni circostanti e immergere chi vi si pone dentro in un'incredibile esperienza acustica.
L'idea di questi megafoni è nata in Estonia: qui un gruppo di studenti dell'Accademia delle Arti ha realizzato i primi tre ruup - il loro nome in lingua madre - collocandoli nella foresta di Võru, per amplificarne la musica naturale con un ridottissimo impatto ambientale.
Il Megafono della Natura del Bosco dei Bordighi rappresenta quindi al momento un'opportunità unica in Italia per fruire multisensorialmente di tutta la ricchezza dell'ambiente naturale nella sua integrità, rappresentando un polo di attrazione che si affianca alle numerose iniziative didattiche rivolte ai giovani e alle scuole.
http://www.cmsondrio.it/cmvtnsdr/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/7