Fai login per aggiungere ai preferiti

PALAZZO VOLPI (COMO)

Fai login per aggiungere ai preferiti

  • Home
  • PALAZZO VOLPI (COMO)

Di particolare interesse è il ciclo di affreschi provenienti dalla chiesa di S. Giorgio in Borgovico.
Mantiene ancora funzione ideale d'introduzione e valico l'imponente portale a triplice ghiera da S. Margherita, edificio romanico demolito tra il 1897 e il 1898. La più esterna presenta una serie di animali feroci (tra cui si distinguono un drago, un leone, un grifone e un capro che si azzannano); un tralcio desinente a foglie lobate completa lo spazio di risulta snodandosi anche sui corpi degli animali. La ghiera mediana, con modanatura torica, presenta un motivo nastriforme con foglie lobate. Il motivo decorativo della ghiera più interna, con matasse di nastri ad andamento ondulato, si origina da un volto posto al centro della ghiera stessa.

Tale motivo decorativo, detto green-man, è molto diffuso (un capitello di S. Abondio e portale settentrionale di S. Fedele). La ghiera mediana è sorretta da due colonnine in marmo, che a loro volta poggiano su leoni stilofori molto abrasi, di cui si può intuire la folta criniera, la bocca spalancata e, per quello di sinistra, una preda tra gli artigli. Possono essere avvicinati ai due esemplari di S. Fedele impiegati come acquasantiere. Gli elementi appena richiamati, a cui va aggiunto, per la ghiera esterna, un riferimento alle finestre di S. Abondio, fanno propendere per una datazione alla fine dell'xi secolo o ai primi anni del successivo.
Sempre dal complesso di S. Margherita proviene una lastra con una fiera di profilo.

L'identificazione dell'animale non è certa (lupo o leone); farebbero propendere per la seconda ipotesi la forma rastremata del corpo, la coda attorcigliata, le fauci spalancate con i denti aguzzi, anche se la criniera è solo accennata e le zampe unghiate non sono di per sé discriminanti. Lo scarso risalto plastico, oltre al tratteggio sommario dei particolari, suggeriscono una datazione grosso modo coeva al portale.

Il nucleo più rilevante di manufatti proviene da S. Abondio, sia dalla fase carolingia sia da quella romanica (vol. i, pp. 109-110). Dalla stessa basilica proviene un'opera particolare, acquisita in museo fin dal 1897, ma sempre rimasta semisconosciuta nei depositi (dove venne individuata da R. Cassanelli che provvide a segnalarla alla direzione del museo). In un cassone ligneo erano conservati dei frammenti in gesso che, solo grazie ad un intervento di pulizia (2001) è stato possibile identificare come calchi, realizzati forse nel xix secolo, su originali in stucco ora scomparsi. Il gruppo più cospicuo è costituito da una serie di cinque figure umane, per lo più incomplete, alte poco più di 70 cm, identificabili come Profeti o Apostoli. Avvolti in tuniche dall'ampio panneggio, reggono con la mano sinistra un libro, mentre la destra è benedicente.

Nonostante la superficie sia piuttosto abrasa, è ancora possibile individuare il modellato del volto e i capelli a calotta che potrebbero suggerire una datazione degli stucchi originari entro la prima metà del xii secolo. Questi frammenti, probabilmente inseriti in una cornice architettonica, furono smantellati in un periodo precedente le visite pastorali cinquecentesche, che non ne fanno memoria. Anche se la fragilità del materiale originario limita fortemente i confronti con altre opere simili, rimandi sono stati proposti alle figure di Apostoli in stucco conservate nelle chiese ticinesi di S. Giorgio a Castro e S. Remigio a Corzoneso (Casati).

 

Indirizzo: Via Armando Diaz, 82-84 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Como (CO)

MAPPA