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E-BIKE IN PIEMONTE: ALLA SCOPERTA DEL LAGO D'ORTA

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Una delle migliori escursioni in e-bike in Piemonte è quella del lago d’Orta: visita la casa di Gianni Rodari e prenditi una pausa lungo le spiagge del lago. Lago d’Orta 1. Gozzano Una discesa, nell’ombra gelida del mattino, e poi si spalanca il lago, in lungo e in largo, pieno di sole e di luce, coi suoi azzurri: quelli dell’acqua - disegnata dal vento e dai riflessi - e quello terso del cielo invernale. Un abbraccio che toglie il fiato. E’ un lago gentile, il lago d’Orta, orlato di monti docili (mai imponenti) e a misura d’uomo (nonché di bici!). S’incastra in una fessura tra il Lago Maggiore e la Val Sesia. E’ un territorio ricco di scorci e di cultura. La quantità di chiese e oratori disseminati nei centri abitati o nei boschi è impressionante. Siete pronti a stupirvi? La tratta qui descritta prende il via a Gozzano, presso la stazione. L’orientamento del lago e la sua forma garantiscono un ottimo soleggiamento invernale: l’escursione è perfetta persino in gennaio. A Gozzano si consiglia la deviazione verso la Basilica, settecentesca, disegnata da Pellegrino Tibaldi, importante architetto (e pittore) barocco che sentirete nominare anche in Valsolda, sul Lago di Lugano, in un’altra tratta di ciclovia e-Bike. 2. La sponda Ovest Si costeggia il lago su un largo sentiero a zig zag tra spiaggette, ville private e boschi. Noterete l’Isola di San Giulio che solca gli azzurri come un traghetto, e vi stupirete per la limpidezza dell’acqua, pura e cristallina, ma con una storia davvero travagliata. Negli anni ’30 infatti, la vita biologica del lago era praticamente estinta; le industrie tessili e le rubinetterie del territorio non risparmiarono di gettarvi metalli pesanti. Prima di arrivare al borgo di Lagna, una breve deviazione in salita conduce al primo oratorio, quello di San Giulio, noto per la sua fontana miracolosa. 2.1 Pella Pella è l’abitato più pittoresco di questa sponda, con la sua manciata di case colorate che si riflettono in un’ansa riparata del lago: c’è la passeggiata, ci sono le barche ormeggiate, c’è anche una torre medievale (con rinomata gelateria) ed un notevole complesso artistico, la Chiesa di San Filiberto. Assieme al suo svettante campanile romanico, la chiesa è letteralmente “abbracciata” dalle quattordici cappelle della via Crucis, che la circondano su un prato verde con vista sul lago (un luogo paradisiaco!). 2.2 Si sale! Le escursioni, per essere piacevoli, oltre che belle devono essere varie. Dispiace abbandonare le rive, ma è ora di cambiare “panorama”. Se avete una buona dimestichezza con l’e-bike vi consiglio una deviazione: abbassate la sella e mettete il turbo per affrontare (dopo un ponte pittoresco) la mulattiera ciottolata che sale a Monte San Giulio. Altrimenti seguite il confortevole tracciato della ciclovia che ricalca, fino a Omegna, l’asfalto della Strada Provinciale. Monte San Giulio è un borgo delizioso: ristoratevi al punto panoramico perché vi aspetta ancora una ripida salita, su un’antica mulattiera (orlata di magnifici muretti a secco) che conduce a Egro, bel borgo rurale, tra campi, pascoli e boschi. E’ davvero un piacere pedalare tra faggi e castagni fino a Grassona e poi a Colma, piccoli centri costruiti attorno alla loro chiesina. 2.3 Si scende! E poi ancora, tra le cime degli alberi si scorge un altro piccolo campanile: è quello dell’Oratorio seicentesco di Ronco Superiore. Se lo trovate aperto, entrate ad ammirarne gli affreschi, altrimenti proseguite in mezzacosta su un single-trail nel bosco fino a Oira (col suo piccolo Oratorio), e quindi a Omegna. 3. Omegna Omegna si affaccia sull’estremità nord del lago, dove le sue acque convogliano in un canale che confluirà nello Strona e nel Toce, per poi immettersi nel Lago Maggiore. Ebbene sì, avete capito bene: le acque del Lago d’Orta scorrono verso nord! Omegna è una città di lago e di fiume, ed è la città di Gianni Rodari! Il consiglio è di percorrere la passerella sul fiume, tra le pittoresche case colorate, per arrivare alla Chiesa di S.Ambrogio (Collegiata), che si compone di movimentati volumi, aggiunti in epoche diverse. Ma la chiesa più importante si trova un po’ più a nord: la romanica San Gaudenzio a Crusinallo. 4. Rientro? Fin qui abbiamo percorso 26 km con 600 m di dislivello. Se vi siete fermati in tutte le spiaggette, se avete fatto foto a tutti i belvedere o se avete visitato tutte le chiese menzionate, sarà sicuramente tardi. Potete scegliere se tornare a Gozzano in treno o se chiudere il periplo del lago! Non ci sarà tempo per molte altre soste, ma imperdibile è il borgo di Orta, col suo Sacro Monte, proprio di fronte all’Isola di San Giulio. Una giornata proprio non basta per scoprire il Lago d’Orta!   Mappa dei luoghi citati Gozzano, Lagna, Pella, Monte San Giulio, Egro, Grassona, Colma, Ronco, Oira, Bagnella, Omegna https://www.google.com/maps/d/edit?mid=12eC5Kc4z-n0XqRE1XxUlYMgbqj9Ru0aM&ll=45.820581271104885%2C8.390706971560661&z=12 Dettagli tratta descritta    
PASSO SAN LUCIO: PRIMA E DOPO

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1. IL PASSO SAN LUCIO Ultimi colpi di pedale prima di vedere “di là”. Il sentiero sale leggermente, l’erba è verdissima, le nuvole basse sfiorano il crinale: ecco comparire il rifugio italiano, il campanile della chiesa e, più ridossato, il rifugio svizzero. I grilli e i campanacci delle mucche fanno da colonna sonora allo spalancarsi del panorama. Siamo al Passo San Lucio, tra la Svizzera e l’Italia, tra la Val Colla e la Val Cavargna. Mentre la prima è una nota valle del luganese, la seconda è una valle tra i misteriosi rilievi che separano il Lago di Como dal Lago di Lugano. Come per la maggior parte dei valichi alpini, non dobbiamo stupirci della lunga storia di questi luoghi di confine. Si presume che qui passasse un itinerario antichissimo, già percorso in epoca romana. Proprio per questo, a 1541 metri d’altitudine, alla fine del XIII secolo, venne costruito un Oratorio per accogliere e riparare i viandanti. Tale oratorio fu dedicato a San Lucio, il santo popolare locale, protettore degli alpigiani e dei formaggiai (non a caso è rappresentato con in mano una forma di formaggio). 2. PRIMA DEL PASSO 2a. Single-track entusiasmante L’arrivo al San Lucio dal lato svizzero è una conquista persino in bici elettrica: il percorso è entusiasmante! Si tratta di un single-track da enduro tra i più famosi del Ticino. Ma è anche impegnativo: immaginatevi 8 km di sentiero, tutto in mezza costa, sali-scendi, con tratti veloci che si alternano a passaggi tecnici, talvolta anche un po’ esposti (alcuni da fare a piedi), dentro e fuori le pieghe della montagna; attraversando gole scavate dai torrenti, pascoli e panoramici affacci rocciosi. C’è tutto. La guida è super divertente, ma non bisogna distrarsi! Se non avete una buona padronanza del mezzo, consigliamo di scegliere l’altro ramo di ciclovia, che passa sull’altro lato della Val Colla, quello più ombroso e fresco, sovrastato dai Denti della Vecchia (movimentati speroni rocciosi ben noti agli arrampicatori). 2b. Gola di Lago - Piandanazzo Per questa tratta, si parte da Gola di Lago (972 m s.l.m.): comodamente raggiungibile sia da Bironico (con la ciclovia) e sia da Lugano/Tesserete. Un po’ di asfalto - sempre più ripido - conduce all’Alpe Davrosio dove le bici possono essere prese d’“assaggio” dagli animali che popolano l’Alpe. Quindi una salita su sentiero ripido e smosso, vi porterà alla panoramica croce (Motto della Croce). Da qui una strada pianeggiante supera la nuovissima Capanna Monte Bar e conduce rapidamente a Piandanazzo, dove inizia il lungo e panoramico single-track appena citato. 3. DOPO IL PASSO 3a. Val Cavargna  (la Via del Ferro) Ma oltre il San Lucio? Cosa c’è di là? Anzitutto pascoli! E poi un magnifico panorama, di incroci tra valli e laghi. Man mano che si scende, diventa sempre più impervia e selvaggia. Non è turistica, non è frequentata. I sentieri sopravvivono a fatica nell’entusiasmo della natura rigogliosa. La ciclovia percorre la parte bassa dell’antica “Via del Ferro”, utilizzata dai trasportatori per portare sul Lario il ferro estratto e lavorato nella Val Morobbia (CH), sin dal XV secolo. L’industria del ferro ha prodotto un’infrastruttura che possiamo ancora vedere (per lo più ridotta in stato di rudere): ricoveri, cappellette, carbonaie, calchere, altiforni (del 1783, in loc. Forni Vecchi), ponti (uno è ancora in corda!), etc. 3b. Porlezza Questa tratta termina a Porlezza, ridente località affacciata sull’estremità orientale del Lago di Lugano. I tesori da scoprire in questa zona si trovano soprattutto nei borghi lungo la costa verso la Val Solda, che magari descriveremo in un prossimo diario di viaggio! Mappa dei luoghi citati: https://www.google.com/maps/d/edit?mid=12eC5Kc4z-n0XqRE1XxUlYMgbqj9Ru0aM&ll=46.07545221278087%2C9.037591880041349&z=13 Dettagli tratta descritta  
LA VALCUVIA IN SELLA A UN'E-BIKE!

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Alla scoperta della Valcuvia in bici. In questa breve guida troverai tutte le informazioni sulla tratta Laveno - Rancio Valcuvia da percorrere con la tua e-bike e i punti di interesse situati lungo il percorso ciclabile. 1. Laveno: prima tappa della ciclovia verso Rancio Valcuvia Il rombo del motore echeggia nel golfo. Aumenta di giri, mentre l’elica arruffa l’acqua in vortici di schiuma. È l’attracco. Siamo a Laveno, dove le giornate sono scandite dall’alternarsi dei traghetti e dal fischio d’arrivo dei treni delle Ferrovie Nord. Il racconto della prima tappa della ciclovia e-bike, parte da questa ansa lombarda del Lago Maggiore. Laveno è famosa per le sue ceramiche, che oggi vengono custodite in un delizioso museo nella frazione di Cerro distante 3 km dalla città, e che hanno coinvolto personalità del calibro di Gio Ponti e Portaluppi. Ma anche la bidonvia è famosa nel paese, perché permette di raggiungere il Sasso del Ferro con un panoramico impianto a fune, e poter osservare un panorama mozzafiato. 2. Ciclabile Laveno-Luino Ma dove eravamo rimasti? Ah sì, in sella all’ebike! Imbocchiamo la pista ciclabile che in 5 km ci porterà a Cittiglio, dove purtroppo si interrompe. Tra qualche anno sarà̀ pronto il tratto mancante. Per ora dobbiamo accontentarci di seguire i segnavia della 3V (la Via Verde Varesina) fino a Cuveglio. Questa ciclabile collegherà̀ due località̀ affacciate sul medesimo lago, Laveno e Luino, attraverso una valle interna – la Valcuvia – davvero ricca di sorprese. 3. Villa della Porta Bozzolo La prima sorpresa si trova a Casalzuigno: è Villa della Porta Bozzolo, del FAI – Fondo Ambiente Italiano. Una tappa qui è obbligatoria: il solo sbirciare dalle sbarre del barocco cancello vi lascerà senza parole. Lo scenografico parco prospetta sulla vallata con terrazze, scaloni e fontane. La villa, che nel Cinquecento era una residenza di campagna, nel Settecento fu trasformata in “Dimora di Delizie”. Si susseguono saloni, corridoi, camere e salotti, decorati da eleganti pitture e finte architetture… 4. Ciclabile della Valcuvia 4.1 Cuveglio – Torre di Canonica Si riparte in direzione Cuveglio, dove inizia la ciclabile. Ma perché non fare una piccola sosta per osservare la Torre difensiva medievale, simbolo del paese? 4.2 Formaggella del luinese DOP La ciclabile è davvero piacevole. Attraversa campi coltivati e tratti di bosco rado, costeggiando il torrente Boesio, di cui ne replica le anse: è tutta a curve! Per i bikers buongustai c’è una tappa immancabile tra Cuveglio e Rancio: l’Azienda agricola “Il Vallone”. Qui si può acquistare la deliziosa Formaggella del luinese DOP in compagnia di mucche e caprette al pascolo grazie a cui si produce questo storico formaggio locale.   5 Rancio Valcuvia Arrivati in prossimità di un sottopasso è il momento di lasciare il fondovalle alla volta di Rancio, un tranquillo e autentico borgo rurale. Troveremo molte immagini devozionali dipinte sulle case mentre, nelle corti interne, vecchi fienili e ballatoi in legno. Inoltre, è interessante ricordare come Rancio sia stato lo sfondo del primo episodio della Resistenza partigiana, avvenuto sul Monte San Martino a Nord della vallata. 6. Deviazione a Cassano Valcuvia La ciclovia e-bike qui prosegue in salita verso il Brinzio, dove, agli appassionati di archeologia militare, consiglio una deviazione di 1,5 km vero Cassano Valcuvia. Sparse nei boschi, alle pendici del Monte San Martino e sul promontorio di San Giuseppe, ci sono le fortificazioni della Linea Cadorna, fatte costruire nel 1917 per far fronte a un possibile attacco (per fortuna mai verificatosi!) proveniente dal confine Nord, con la Svizzera. Potrete liberamente percorrere le trincee – perfettamente mantenute - e avventurarvi, con la pila, nelle gallerie sotterranee di collegamento tra le varie postazioni, all’aperto o blindate... Un’esperienza unica! Dettagli tratta descritta