A occidente del Ceresio, il massiccio del Piambello si articola in senso meridiano come una dorsale scandita da nette culminazioni: il Monte Poncione (m 999), il Monte Val dei Corni (m 994), la cima principale che dà nome al gruppo (m 1159), il Monte Marzio (m 880), e davanti a questo, verso il lago, il Monte Derta (m 785).
Nell'insieme, queste cinque cime con i loro versanti boscati costituiscono un comprensorio di elevato pregio naturalistico, oggi curato e valorizzato dai Comuni di Cuasso al Monte, Marzio e Valganna come Parco delle 5 Vette; dal punto di vista "tecnico", si definisce quindi come Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS), cioè un'area ad elevata naturalità, estesa con continuità attraverso più Comuni che concorrono in sinergia alla sua tutela e alla promozione della conoscenza del territorio stesso, elemento quest'ultimo fondamentale affinché tutti i frequentatori, apprezzandone appieno la flora, la fauna, i paesaggi, li percepiscano come un bene comune e si sentano coinvolti in prima persona nella loro salvaguardia.
Appena fuori dagli abitati di Cuasso al Monte e Cavagnano, il versante appare ammantato da estesi boschi dominati dalle essenze tipiche della fascia alpina settentrionale: la fitta ombra delle faggete rende fiabesco il paesaggio dei valloni e dei crinali fra Imborgnano e la vetta del Pianbello, e attorno al Monte Marzio, mentre in altri tratti è il castagno a spiccare, con le sue maestose chiome che si caricano in autunno di preziosi frutti. Qua e là svettano inoltre rare abetaie, inframmezzate da radure presidiate dai ruderi dei "caselli", costruzioni in pietra usate nei secoli scorsi per curare i pascoli; al margine infine, lungo le carrarecce, vaste chiazze di erica - anch'essa tipica dei suoli acidi sviluppati su substrato siliceo - si accendono del rosa dei minuti fiori estivi.
Rosa carico, quasi sanguigno a tratti, è qui anche il colore della pietra, laddove lacera il verde con ardite balze: è il granofiro, una roccia di origine vulcanica esclusiva, per le sue caratteristiche, del massiccio del Piambello. Al di fuori del parco, alcune cave ne gestiscono lo sfruttamento controllato, immettendone piccole porzioni sul mercato internazionale dei "marmi" pregiati per l'edilizia.
L'intero comprensorio è attraversato da oltre 60 chilometri di sentieri, in gran parte agibili sia agli escursionisti che alle bici da fuoristrada, fra i quali alcuni anelli principali attrezzati con pannelli illustrativi delle peculiarità naturali attraversate e con panchine-ristoro.
E' così possibile spingersi sino ai punti panoramici delle Rocce Rosse, del Sass di Böl, del Sasso Paradiso, del Poncione e del Belvedere di Marzio, oppure immergersi nella storia del '900 lungo l'itinerario che raggiunge le numerose postazioni della cosiddetta Linea Cadorna, un linea difensiva costruita durante la Prima Guerra Mondiale per fronteggiare un'eventuale invasione austriaca da nord, attraverso la neutrale Svizzera, per fortuna mai verificatasi.
Anche senza addentrarsi nel Parco, del resto, natura e storia accolgono il visitatore sin dalle sue porte: sulla rupe isolata a oriente di Cavagnano, gli imponenti ruderi del castello medievale di Cuasso, e nella conca fra questa e il versante principale, il laghetto di Cavagnano, Riserva Naturale specialmente tutelata per i suoi rari ambienti palustri e di torbiera, una sorpresa quest'ultimo per la sua integrità nonostante la posizione al margine della via principale d'accesso e a ridosso del paese.
A occidente del Ceresio, il massiccio del Piambello si articola in senso meridiano come una dorsale scandita da nette culminazioni: il Monte Poncione (m 999), il Monte Val dei Corni (m 994), la cima principale che dà nome al gruppo (m 1159), il Monte Marzio (m 880), e davanti a questo, verso il lago, il Monte Derta (m 785).
Nell'insieme, queste cinque cime con i loro versanti boscati costituiscono un comprensorio di elevato pregio naturalistico, oggi curato e valorizzato dai Comuni di Cuasso al Monte, Marzio e Valganna come Parco delle 5 Vette; dal punto di vista "tecnico", si definisce quindi come Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS), cioè un'area ad elevata naturalità, estesa con continuità attraverso più Comuni che concorrono in sinergia alla sua tutela e alla promozione della conoscenza del territorio stesso, elemento quest'ultimo fondamentale affinché tutti i frequentatori, apprezzandone appieno la flora, la fauna, i paesaggi, li percepiscano come un bene comune e si sentano coinvolti in prima persona nella loro salvaguardia.
Appena fuori dagli abitati di Cuasso al Monte e Cavagnano, il versante appare ammantato da estesi boschi dominati dalle essenze tipiche della fascia alpina settentrionale: la fitta ombra delle faggete rende fiabesco il paesaggio dei valloni e dei crinali fra Imborgnano e la vetta del Pianbello, e attorno al Monte Marzio, mentre in altri tratti è il castagno a spiccare, con le sue maestose chiome che si caricano in autunno di preziosi frutti. Qua e là svettano inoltre rare abetaie, inframmezzate da radure presidiate dai ruderi dei "caselli", costruzioni in pietra usate nei secoli scorsi per curare i pascoli; al margine infine, lungo le carrarecce, vaste chiazze di erica - anch'essa tipica dei suoli acidi sviluppati su substrato siliceo - si accendono del rosa dei minuti fiori estivi.
Rosa carico, quasi sanguigno a tratti, è qui anche il colore della pietra, laddove lacera il verde con ardite balze: è il granofiro, una roccia di origine vulcanica esclusiva, per le sue caratteristiche, del massiccio del Piambello. Al di fuori del parco, alcune cave ne gestiscono lo sfruttamento controllato, immettendone piccole porzioni sul mercato internazionale dei "marmi" pregiati per l'edilizia.
L'intero comprensorio è attraversato da oltre 60 chilometri di sentieri, in gran parte agibili sia agli escursionisti che alle bici da fuoristrada, fra i quali alcuni anelli principali attrezzati con pannelli illustrativi delle peculiarità naturali attraversate e con panchine-ristoro.
E' così possibile spingersi sino ai punti panoramici delle Rocce Rosse, del Sass di Böl, del Sasso Paradiso, del Poncione e del Belvedere di Marzio, oppure immergersi nella storia del '900 lungo l'itinerario che raggiunge le numerose postazioni della cosiddetta Linea Cadorna, un linea difensiva costruita durante la Prima Guerra Mondiale per fronteggiare un'eventuale invasione austriaca da nord, attraverso la neutrale Svizzera, per fortuna mai verificatasi.
Anche senza addentrarsi nel Parco, del resto, natura e storia accolgono il visitatore sin dalle sue porte: sulla rupe isolata a oriente di Cavagnano, gli imponenti ruderi del castello medievale di Cuasso, e nella conca fra questa e il versante principale, il laghetto di Cavagnano, Riserva Naturale specialmente tutelata per i suoi rari ambienti palustri e di torbiera, una sorpresa quest'ultimo per la sua integrità nonostante la posizione al margine della via principale d'accesso e a ridosso del paese.