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IL GRANDE LAGO DI LIVIGNO E LA DIGA DI PONTE DEL GALLO

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Percorrendo la strada lungo la sua sponda sinistra, il Lago di Livigno appare come un bacino stretto, che si allunga verso settentrione per quasi 9 km, con un'ampiezza media di soli 400 m; le sue acque invadono completamente la gola del torrente Spöl, tributario dell'Inn, contornando l'erta bastionata di rocce calcaree del massiccio del Monte Cassa del Ferro da un lato, e le articolate pendici dolomitiche della Cima del Fopél dall'altro. E' questo l'aspetto tipico dei laghi originati dall'improvviso sbarramento di un corso d'acqua, a causa ad esempio di una frana, oppure ad opera dell'uomo.

Nel caso del Lago di Livigno, risalendo la valle verso settentrione, appare lo sbarramento artificiale di Ponte del Gallo, un'imponente diga a cupola, cioè con profilo arcuato sia lungo la verticale che in pianta, per la produzione di energia idroelettrica. Dal suo coronamento, si può apprezzare la strana forma del lago, che appare biforcarsi entro due distinte valli: la diga infatti venne costruita alla confluenza dello Spöl con l'Acqua del Gallo, arginando prima il deflusso dei due torrenti con due piccole dighe, in modo da potere a valle procedere all'asciutto con lo sbancamento delle imposte. Le fondazioni del manufatto furono poste a quasi 35 m di profondità in corrispondenza della chiave dell'arco, per raggiungere la roccia compatta, ma sotto esse venne realizzato anche un diaframma impermeabile sino a 150 m di profondità, per annullare completamente ogni rischio di infiltrazioni attraverso le rocce. I lavori, iniziati nel 1962, furono ultimati solo nell'ottobre del 1968, ma l'invaso, della capacità di 164 milioni di metri cubi raggiunse la quota massima prevista solo nell'agosto del'71, richiedendo quindi le acque di fusione prodotte nel corso di quasi tre periodi estivi completi. Il panorama dalla sbarramento verso settentrione permette di immaginare come doveva essere il paesaggio alle sue spalle, prima della sua costruzione: una stretta e profonda valle fluviale, 130 m più sotto, dalle pendici ripide e contornate da ghiaioni.

Ma l'elemento più strano è che la diga è attraversata dal confine italo-svizzero, e che le condotte forzate derivano la sua acqua alla centrale di Ova Spin, in Engadina; nonostante ciò, il lago si sviluppa tutto in territorio italiano, avendo persino sommerso l'antico villaggio di Viera, appena fuori Livigno, con la sua chiesina. Lunghe trattative sono state quindi necessarie fra i due stati, prima che, nel 1957, la Società elettrica svizzera Engadiner KrafterWerke ottenesse l'autorizzazione a costruire la diga, concedendo in cambio all'Italia il permesso di derivare dal bacino dello Spöl 90 milioni di metri cubi di acqua all'anno; essa viene trasferita, attraverso un canale sotterraneo, al bacino artificiale di San Giacomo, nella limitrofa valle di Fraèle. In tal modo, le acque della valle di Livigno alimentano ben due distinti sistemi idroelettrici, appartenenti a due diversi stati.   Raggiunta in auto la diga, si possono percorrere a piedi i 540 m di lunghezza del suo coronamento, apprezzando l'imponenza della struttura e osservando le opere di scarico visibili presso la spalla destra e al piede del paramento di valle; oppure superarla in auto per raggiungere Zernez, in Engadina, immettendosi nel tunnel a pedaggio di Munt la Schiera, lo stretto cunicolo in roccia, oggi a senso unico alternato, costruito dalle EKW come galleria di servizio ai tempi dell'edificazine dello sbarramento. Se si ritorna invece verso Livigno, vale la pena fermarsi negli spiazzi panoramici fuori dalle gallerie paramassi e allo sbocco della Val Trenzeira, per ammirare gli spettacolari coni detritici che dai ripidi valloni del Cassa del Ferro scendono direttamente nel lago; si tratta di elementi estremamente attivi, spesso solcati da canaloni lungo i quali scendono nuove colate di fango e detriti, ben distinguibili perchè non colonizzate da vegetazione. Un'analoga falda detritica mobile, con minore estensione verticale ma con notevole continuità laterale, contorna anche la sponda sinistra, imponendo alla viabilità un percorso in gran parte protetto da apposite strutture.

 

https://www.progettodighe.it/main/le-dighe/article/punt-dal-gall-o-livigno

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