I terrazzamenti sono un esempio di architettura primitiva, ma attuale, riconosciuti come “Paesaggio Rurale Storico”, la cui “arte di costruzione” è annoverata come Patrimonio Immateriale dell’Umanità dal 2018.
Sono porzioni di territorio sub-orizzontale delimitati da muretti a secco che l’uomo sin dall'antichità ha sottratto alla montagna. I versanti montani ripidi e scoscesi, infatti, non sono adatti per coltivare, ma costruendo questi muretti a secco e contenendo il terreno, è stato possibile sin dal IX secolo a Delebio e poi man mano nel resto della Valtellina (per esempio dal 1500-1600 tra Grosio e Grosotto) sottrarre territorio alla montagna e renderlo coltivabile.
I terrazzamenti permettono la coltivazione della vite: 2500 km di muretti a secco sorreggono la viticoltura valtellinese con 820 ettari coltivati, distribuiti su pendii rocciosi che si estendono sul versante retico, da ovest a est (dal comune di Buglio in Monte a quello di Tirano), dal basso verso l’alto (dai 300 m fino a sfiorare gli 800 m). Ma veniva coltivato anche il castagno (la porzione pianeggiante permette di contenere i ricci e i frutti durante la loro caduta). Sono quindi la testimonianza di un antichissimo lavoro di viticultura, quella che oggi viene definita eroica, alla quale si devono vini pregiatissimi e marcatamente identitari quali il Sassella, l’Inferno e lo Sforzato, e che Ermanno Olmi ha celebrato nel 2009 con il documentario Rupi del vino.
Sono un esempio del rapporto intenso tra l'uomo e la montagna, di relazione continua tra la natura aspra e la caparbietà di chi la vive: i muretti a secco sono vere e proprie opere di ingegneria contadina e rappresentano un modello storico e riuscito di antropizzazione del paesaggio alpino.
Nella zona di Grosio e Grosotto in particolare, nel XVI e XVII secolo i muretti a secco sono stati costruiti con il materiale derivante dai Castelli Visconti e di San Faustino. Infatti, nel 1526 il governatore grigionese delle Tre Leghe, l’allora signore della Valtellina, decise di annientare tutte le fortificazioni della valle. Di conseguenza le pietre che costituivano le mura di questi castelli venivano riciclati per costruire appunto questi terrazzamenti.
Per poterli ammirare da vicino, si può percorrere la Via dei Terrazzamenti, situata sul versante più solivo della Valtellina, quello delle Alpi Retiche, ad una quota compresa tra i 300 e i 700 m. È un percorso ciclopedonale lungo 70 km che collega Morbegno a Tirano dove godere di alcuni scorci panoramici particolarmente suggestivi, con numerose aree di sosta che punteggiano il percorso, e scoprire un immenso patrimonio culturale: chiese, siti preistorici (come il Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio e Grosotto), cantine rurali, agriturismi e antichi borghi. Si può percorrere a piedi o in bici (anche a pedalata assistita, grazie a una rete estesa di punti di noleggio e ricarica batterie), integralmente o limitandosi a tratti parziali.
La Via dei Terrazzamenti è inoltre interessata anche dal passaggio del Cammino mariano delle Alpi, un itinerario di trekking tra i luoghi di culto mariano della Valtellina.
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I terrazzamenti sono un esempio di architettura primitiva, ma attuale, riconosciuti come “Paesaggio Rurale Storico”, la cui “arte di costruzione” è annoverata come Patrimonio Immateriale dell’Umanità dal 2018.