Fai login per aggiungere ai preferiti

MONTE BRÈ (LUGANO)

Fai login per aggiungere ai preferiti

  • Home
  • MONTE BRÈ (LUGANO)

Di fronte al Monte San Salvatore, il Monte Brè chiude a settentrione il golfo di Lugano, offrendo dai 925 m di quota della sua cima un incantevole panorama su tutto il ramo orientale del Ceresio; da qui, nelle giornate più terse, lo sguardo si spinge oltre i monti del Malcantone a occidente e al Monte San Giorgio (https://ebike-alpexperience.eu/it/b/382/ilmontesangiorgio) a meridione, spaziando sulla catena alpina dal Monte Rosa sino alla sottile linea delle Alpi Marittime, all'estremo margine della Pianura Padana.

Un monte in città

Densamente abitato alle sue pendici meridionali, sulle quali si arrampicano le propaggini più esterne di Lugano, esso riacquisisce il suo respiro naturale al di sopra dei 300 m di quota, offrendo con i suoi sentieri svariati itinerari ricchi di elementi di interesse naturalistico, archeologico e artistico, oltre all'imperdibile antico borgo di Brè (https://ebike-alpexperience.eu/it/b/382/br), il quartiere più alto della città, sito sulla sella subito sotto la vetta.

Proprio per questo suo far parte del tessuto cittadino, il Monte Brè è stato collegato sin dagli inizi del secolo scorso al lungolago orientale attraverso la funicolare: dapprima un breve tratto, inaugurato nel 1908 per portare il turismo d'élite dell'epoca sino al balcone panoramico di Ruvigliana, e in seguito nel 1912 il prolungamento sino alla vetta, in un panorama che via via si amplia ai monti più lontani.

Gli oliveti lungo il Lago

Altrettanto interessante è il periplo meridionale del monte, attraverso i borghi luganesi di Castagnola e Gandria, un tempo Comuni autonomi.

Qui, in una delle zone dal clima più mite e soleggiato dell'intero Ticino, sin dal XVII secolo venne impiantato l'olivo, coltura strategica in un'epoca in cui il trasporto delle merci era costoso e l'alimentazione montana poteva contare solo sui grassi di origine animale. Rapidamente diffusa nei secoli successivi, la sua coltivazione è stata rilanciata negli ultimi decenni, con produzione di un olio extravergine particolarmente delicato e fruttato.

Il singolare ambiente perilacuale, a cui questi alberi dall'inconfondibile profilo danno origine è apprezzabile lungo l'ameno Sentiero degli Ulivi, che si snoda lungo il versante sino a Gandria.

Il borgo di Gandria e il fondo del Ceresio

Gandria, sobborgo più orientale di Lugano, è a sua volta un piccolo gioiello del lago: il suo nucleo, chiuso ai veicoli a motore, mantiene intatto il fascino dell'antico borgo di pescatori, con portici sotto cui si svolgevano le attività di manutenzione delle reti e delle imbarcazioni, stretti vicoli paralleli al lago e ripide scalinate di collegamento inerpicate lungo il costone, sotto la strada che da qui porta al confine.

Sulla costa di fronte, collegata solo col battello, spicca l'edificio della dogana di Cantine di Gandria, costruito nel 1904 e oggi sede del Museo delle Dogane Svizzere, dedicato alla storia del servizio di frontiera e al contrabbando che tentava di contrastare.

Proprio fra Gandria e Cantine di Gandria, il fondale del Ceresio raggiunge la sua massima profondità, quasi 17 m sotto il livello attuale del mare; il suo vero fondo in roccia è però stato scavato da un antico fiume oltre 220 m più sotto, e poi riempito da sedimenti alluvionali e, nella parte alta, glaciali. Questi ultimi risalgono sino alla superficie in corrispondenza di Melide: le due sottili penisole di detriti che strozzano il lago a quest'altezza - e sulle quali poggia il ponte-diga progettato a metà '800 da Pasquale Lucchini - sono infatti i resti di una morena frontale deposta dal ghiacciaio in una fase del Tardoglaciale.

Antichi ghiacciai e massi istoriati

Da Gandria si può anche salire sino a Brè a piedi, lungo il Sentiero didattico Natura e Archeologia, che si snoda in quindici stazioni segnalate con cartelli illustrativi, attraverso paesaggi di rara bellezza ed evidenze geomorfologiche e archeologiche singolari, tanto da essere stato inserito nell'Inventario Federale dei Siti, Paesaggi e Monumenti di Importanza Nazionale.

Il percorso è costellato da grandi blocchi di pietra levigati dal ghiacciaio che - 20000 anni fa, nell'ultima avanzata - li ha trascinati sin qui, appoggiandoli sui ripiani e sulle cornici calcaree del monte; in antico, questi massi erratici costituivano un mistero impenetrabile, date le loro dimensioni e la loro natura "esotica": gneiss del Maloja, granito dalla Val Bregaglia, serizzo e ghiandone dalla Valtellina. Proprio queste litologie, esclusive di alcune valli delle Alpi centrali, permettono di ricostruire il percorso di una lingua della calotta glaciale Adda-Mera (https://ebike-alpexperience.eu/it/b/382/riservanaturalelagodipiano e

https://ebike-alpexperience.eu/it/b/382/monte-tamaro), che scendeva sino a qui da Menaggio lungo la Val Porlezza.

Per gli antichi invece questi massi non potevano che essere manifestazioni del divino: si spiega così la decina di erratici incisi (https://ebike-alpexperience.eu/it/b/382/monte-bar) con canalette, croci, orme di piedi e altri simboli oggi indecifrabili, o costellati di piccoli incavi a scodella spesso collegati in gruppi, le coppelle.

Tra questi, il più famoso lungo il percorso è il Sasso della Predascia o Sasso delle Streghe, cosiddetto proprio per le centinaia di incisioni di incerta datazione sparse sulla sua superficie, che la tradizione vuole legate a diabolici raduni notturni.

La loro presenza accompagna la salita al Monte Brè, suggerendo un antico significato sacrale - forse un santuario preistorico o protostorico - per tutta l'area e per la sua culminazione, affacciata sulle acque del Lago.

MAPPA