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MONTE TAMARO (MONTECENERI)

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La massiccia e inconfondibile piramide del Monte Tamaro, con i suoi 1962 m di quota, si erge come caposaldo settentrionale della dorsale che in senso meridiano decorre dal Piano di Magadino, alla testata del Verbano, sino alla Val Tresa, a poca distanza dal suo sbocco nel lago presso Luino.

Verso meridione, la linea di cresta corre parallela al solco del Verbano e alla valle del torrente Vedeggio, affluente del Ceresio, permettendo quindi una spettacolare panoramica su tutt'e due i laghi, e nelle giornate più limpide su tutte le Alpi occidentali e centrali, e sulla Pianura Padana sino all'Appennino.

Ma, soprattutto, l'aerea traversata escursionistica dalla cima del Tàmaro sino al Monte Lema rende possibile un fantastico viaggio attraverso lo spazio e il tempo.

Le rocce del Monte Tamaro, infatti, sono antichissime: gneiss e micascisti che già 250 milioni di anni fa costituivano lo zoccolo metamorfico della placca continentale africana, quando questa fronteggiava, sul lato meridionale del Golfo della Tetide, la placca continentale europea, allora ubicata in prossimità del Tropico.

Successivamente - quando, fra 60 e 30 milioni di anni fa - le due masse continentali entrarono in collisione, innescando i processi che avrebbero dato origine alla catena alpina, quest'area venne coinvolta da vicino: il Piano di Magadino e la Valle Morobbia, che sale al Passo di San Jorio, coincidono infatti con la cosiddetta Linea Insubrica (https://ebike-alpexperience.eu/it/b/1187/lagrandesuturafraduecontinentilavaltellinaelalineainsubrica), una grande faglia regionale che segna la sutura lungo la quale i due continenti si sono saldati.

Ma la cosa più incredibile è che, quando la giovane catena alpina si levò sulle acque del Mediterraneo, il paesaggio era qui completamente diverso da oggi; i dati acquisiti attraverso la perforazione di pozzi per acqua e le indagini geofisiche mostrano infatti valli profonde sepolte (https://ebike-alpexperience.eu/it/b/1187/riservanaturalelagodipiano), tagliate dalle valli attuali: una rete idrografica complessa, che costituisce un mistero ancora da risolvere completamente.

Sotto il Piano di Magadino, infatti, il fondo in roccia è inciso sino a - 550 m sotto l'attuale livello del Mediterraneo: affinché il paleo-Ticino, scendendo verso il mare, potesse scavare così profondamente, è necessario che il mare stesso fosse ancora più in giù. E' ciò che si verificò circa 7 milioni di anni fa, nel Messiniano, quando l'intero Mediterraneo si prosciugò, riducendosi a una pozza annidata nelle depressioni più fonde.

Immaginate allora, dalla cima del Tamaro verso nord, una valle con sezione a V e ripidi versanti, e in fondo a essa il paleo-Ticino che scorre 2472 m sotto di voi... un panorama del genere supera qualsiasi orrido odierno, e non ha analoghi nelle Alpi attuali.

Durante i periodi freddi del Quaternario poi, la cresta dal Monte Tamaro sino al Monte Lema emergeva dal ghiacciaio del Ticino che la abbracciava su tre lati; durante l'ultima avanzata glaciale, 20000 anni fa, esso si affacciava da nord per breve tratto sul passo di Monte Ceneri, quindi si aveva dal crinale l'incredibile spettacolo di un alto ripiano di ghiaccio a ovest, e di una gelida e profonda valle innevata a est.

Spingendosi sino al Monte Lema, si poteva vedere verso sud il fianco della colata di ghiaccio ticinese fronteggiare quello della lingua abduana che si affacciava dal solco del Ceresio, e saldarsi a essa creando una sorta di depressione. Oltre, verso sudest, il massiccio del Monte Generoso chiudeva l'orizzonte, emergendo dal ghiaccio e offrendo forse ancora riparo, sulle sue pendici, agli ultimi esemplari di Ursus spelaeus (https://ebike-alpexperience.eu/it/b/1187/cavernadellorso).

Non più al ghiaccio ma alla neve, e agli inverni relativamente freddi del secolo scorso, venne anche affidata, negli anni '60, la valorizzazione turistica dell'intera area: da Rivera, un'ovovia portava infatti direttamente gli sciatori agli impianti dell'Alpe Foppa, a quota 1567 m s.l.m.

Il successivo andamento climatico, con inverni sempre meno nevosi, portò però  nel 2003 alla chiusura delle piste; da allora, la località da invernale si è riconvertita in un polo estivo di attrazione turistica: alla base della rinnovata ovovia, lo Splash e SPA Tamaro accoglie il visitatore con un parco acquatico e un attrezzato centro benessere; un parco avventura e altre attrazioni lo attendono alla stazione intermedia, mentre dall'Alpe si può salire a piedi al Rifugio Capanna Tamaro e alla vicina vetta, e da qui affrontare, in lieve discesa, la traversata panoramica sino al Monte Lema, raggiungibile a sua volta in funivia da Miglieglia.

 

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