Nei secoli passati le rocce lungo le pendici occidentali del massiccio del Monte San Giorgio venivano sfruttate dagli abitanti del territorio per ricavarne ittiolo - un medicamento per la pelle - e olio combustibile. Addirittura, nel 1930 quest'area fu analizzata per la possibilità di estrarne gas per l'illuminazione di Milano, progetto mai realizzato, ma le cui ricerche preliminari furono preziose per mettere in luce l'eccezionale patrimonio paleontologico che oggi rende questo comprensorio famoso a livello mondiale: esso è infatti stato iscritto fra i siti tutelati dall'UNESCO per la sua successione fossilifera che "rappresenta il principale riferimento a scala mondiale per tutti i futuri studi paleontologici riguardanti le faune marine triassiche".
Il primo scheletro fossile di rettile venne individuato già a metà '800, e subito dopo il naturalista Antonio Stoppani - autore de Il bel Paese, testo che descrive tutte le meraviglie naturalistiche e paesaggistiche d'Italia - promosse uno scavo per la ricerca di fossili negli "Scisti bituminosi di Besano", come venivano chiamati allora. I risultati furono entusiasmanti, tanto da indurre a continuare le ricerche, sino a costituire nel Museo di Storia Naturale di Milano una collezione a quei tempi unica al mondo; purtroppo, essa venne però distrutta durante i bombardamenti che nella Seconda Guerra Mondiale colpirono duramente il Museo milanese.
Dagli anni '80 del secolo scorso, numerosi scavi continuano a susseguirsi in tutta l'area: solo fra Besano e Viggiù, sono sati infatti individuati 25 diversi siti, a cui si affiancano ben 17 miniere di scisti ittiolitici dismesse. Esse hanno permesso il ritrovamento di esemplari rari, o addirittura unici, e in perfetto stato di conservazione, vale a dire con tutte le ossa articolate, cosa che ne facilita enormemente l'identificazione e lo studio. Fra questi spicca il Besanosauro, dedicato alla località di origine, un rettile marino lungo quasi 6 metri vissuto più di 240 milioni di anni fa.
Oggi sappiamo che i livelli fossiliferi scavati appartengono a due distinte unità geologiche, deposte in tempi diversi e in diverse condizioni ambientali durante il Triassico medio, primo periodo del Mesozoico, l'"Era dei dinosauri". Le importanti località di Rio Ponticelli, Sasso Caldo e Miniera Tre Fontane appartengono infatti alla Formazione di Besano, un sottile livello di argilliti bituminose nerastre fittamente stratificate, intercalato entro la successione carbonatica della base del Ladinico, datato a circa 240 milioni di anni fa; il colore scuro indica la presenza di materia organica derivata dalla decomposizione di una miriade di organismi animali e vegetali viventi in un bacino marino profondo e col fondale non ossigenato, adatto quindi alla fossilizzazione e alla genesi di idrocarburi. La località di Cà del Frate invece è situata entro il più recente Calcare di Meride, una potente serie di rocce calcaree chiare stratificate, nella cui parte alta spiccano i livelli calcareo marnosi nocciola chiaro fittamente laminati, databili a circa 235 milioni di anni fa. Essi si sono deposti in una laguna con fondale tranquillo e rapida sedimentazione, tale da seppellire rapidamente i resti dei numerosi organismi che la popolavano, permettendone così la conservazione. Le ricche faune rinvenute in ambedue le Formazioni, oltre ad aver fornito esemplari spettacolari, sono uniche al mondo per l'eccezionale varietà dell'insieme faunistico, che permette quindi di ricostruire le precise relazioni fra le varie specie, alcune predatori e altre prede; il confronto fra livelli appartenenti allo stesso fondale marino ma distanti alcuni milioni di anni evidenzia inoltre alcune linee evolutive che caratterizzano lo sviluppo iniziale di gran parte delle famiglie di Pesci moderni. Un ricco assortimento di fossili di questa zona è esposto al Museo dei Fossili situato nel centro storico di Besano; numerosi sono inoltre gli itinerari, segnalati con pannelli didattici, che si snodano lungo il versante fra Besano e Viggiù, raggiungendo anche alcuni degli scavi più recenti; questi ultimi sono oggetto di visite guidate rivolte alle scolaresche e organizzate dal Museo stesso.
Di seguito il pannello illustrativo con i riferimenti del presente punto di interesse che troverete lungo il percorso e allegato in seguito.
www.montesangiorgio.org/Musei/Museo-dei-Fossili-di-Besano.html
Nei secoli passati le rocce lungo le pendici occidentali del massiccio del Monte San Giorgio venivano sfruttate dagli abitanti del territorio per ricavarne ittiolo - un medicamento per la pelle - e olio combustibile. Addirittura, nel 1930 quest'area fu analizzata per la possibilità di estrarne gas per l'illuminazione di Milano, progetto mai realizzato, ma le cui ricerche preliminari furono preziose per mettere in luce l'eccezionale patrimonio paleontologico che oggi rende questo comprensorio famoso a livello mondiale: esso è infatti stato iscritto fra i siti tutelati dall'UNESCO per la sua successione fossilifera che "rappresenta il principale riferimento a scala mondiale per tutti i futuri studi paleontologici riguardanti le faune marine triassiche".
Il primo scheletro fossile di rettile venne individuato già a metà '800, e subito dopo il naturalista Antonio Stoppani - autore de Il bel Paese, testo che descrive tutte le meraviglie naturalistiche e paesaggistiche d'Italia - promosse uno scavo per la ricerca di fossili negli "Scisti bituminosi di Besano", come venivano chiamati allora. I risultati furono entusiasmanti, tanto da indurre a continuare le ricerche, sino a costituire nel Museo di Storia Naturale di Milano una collezione a quei tempi unica al mondo; purtroppo, essa venne però distrutta durante i bombardamenti che nella Seconda Guerra Mondiale colpirono duramente il Museo milanese.
Dagli anni '80 del secolo scorso, numerosi scavi continuano a susseguirsi in tutta l'area: solo fra Besano e Viggiù, sono sati infatti individuati 25 diversi siti, a cui si affiancano ben 17 miniere di scisti ittiolitici dismesse. Esse hanno permesso il ritrovamento di esemplari rari, o addirittura unici, e in perfetto stato di conservazione, vale a dire con tutte le ossa articolate, cosa che ne facilita enormemente l'identificazione e lo studio. Fra questi spicca il Besanosauro, dedicato alla località di origine, un rettile marino lungo quasi 6 metri vissuto più di 240 milioni di anni fa.
Oggi sappiamo che i livelli fossiliferi scavati appartengono a due distinte unità geologiche, deposte in tempi diversi e in diverse condizioni ambientali durante il Triassico medio, primo periodo del Mesozoico, l'"Era dei dinosauri". Le importanti località di Rio Ponticelli, Sasso Caldo e Miniera Tre Fontane appartengono infatti alla Formazione di Besano, un sottile livello di argilliti bituminose nerastre fittamente stratificate, intercalato entro la successione carbonatica della base del Ladinico, datato a circa 240 milioni di anni fa; il colore scuro indica la presenza di materia organica derivata dalla decomposizione di una miriade di organismi animali e vegetali viventi in un bacino marino profondo e col fondale non ossigenato, adatto quindi alla fossilizzazione e alla genesi di idrocarburi. La località di Cà del Frate invece è situata entro il più recente Calcare di Meride, una potente serie di rocce calcaree chiare stratificate, nella cui parte alta spiccano i livelli calcareo marnosi nocciola chiaro fittamente laminati, databili a circa 235 milioni di anni fa. Essi si sono deposti in una laguna con fondale tranquillo e rapida sedimentazione, tale da seppellire rapidamente i resti dei numerosi organismi che la popolavano, permettendone così la conservazione. Le ricche faune rinvenute in ambedue le Formazioni, oltre ad aver fornito esemplari spettacolari, sono uniche al mondo per l'eccezionale varietà dell'insieme faunistico, che permette quindi di ricostruire le precise relazioni fra le varie specie, alcune predatori e altre prede; il confronto fra livelli appartenenti allo stesso fondale marino ma distanti alcuni milioni di anni evidenzia inoltre alcune linee evolutive che caratterizzano lo sviluppo iniziale di gran parte delle famiglie di Pesci moderni. Un ricco assortimento di fossili di questa zona è esposto al Museo dei Fossili situato nel centro storico di Besano; numerosi sono inoltre gli itinerari, segnalati con pannelli didattici, che si snodano lungo il versante fra Besano e Viggiù, raggiungendo anche alcuni degli scavi più recenti; questi ultimi sono oggetto di visite guidate rivolte alle scolaresche e organizzate dal Museo stesso.
Di seguito il pannello illustrativo con i riferimenti del presente punto di interesse che troverete lungo il percorso e allegato in seguito.
www.montesangiorgio.org/Musei/Museo-dei-Fossili-di-Besano.html