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Parco val sanagra

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Descrizione

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Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) è stato istituito con Delibera di Giunta Provinciale n. 183/27914 del 30/06/2005 allo scopo di valorizzare e salvaguardare il territorio della Val Sanagra. Il Parco della Val Sanagra è situato in una splendida vallata che si incunea nel cuore delle Prealpi Lepontine.

Il nome della vallata deriva dalla presenza dell’omonime torrente Sanagra, conosciuto da tutti con il termine Senagra, che scorre dalle pendici dei monti sommitali sino alla foce di Menaggio (200 m). Su ampia scala geografica il parco è posizionato tra il Lago di Como ed il Lago di Lugano ed è visibile percorrendo il tratto di strada che collega Menaggio a Grandola ed Uniti (400 m), presso la nota insellatura chiamata “Sella di Grandola” o Val Menaggio. L’asse vallivo, che ricalca interamente l’estensione nord-sud del parco, ha un considerevole sviluppo se consideriamo che percorre un dislivello di 1900 m e un percorso di 15 Km.

Alla testata della valle troviamo a nord i Monti Tabor, Marnotto e Bregagno (2107 m), mentre a sud-est è collocato il territorio di Menaggio. L’impluvio della valle confina ad est con il Monte Grona (1736 m) mentre a ovest con la Val Cavargna, seguendo un displuvio che dall’Alpe Logone (1100 m) sale sino al Monte Pizzone (1742 m). L’aspetto rilevante del Parco della Val Sanagra è l’ambiente ancora selvaggio fatto di mosaici di endemismi insubrici, boschi, praterie e alpeggi; ricordiamo in proposito la pregevole abetaia di Abies alba che riveste il bacino imbrifero del torrente.

Questi habitat sorreggono un patrimonio faunistico di indubbio valore, tanto che il parco vanta la presenza di più di un centinaio di animali stanziali; dato testimoniato dalla presenza di un’oasi per la protezione della fauna. La conservazione del patrimonio naturale, l’assenza di un’urbanizzazione altrimenti sempre crescente e, paradossalmente, la facilità di comunicazione e raggiungibilità fanno di quest’area uno dei territori più interessanti in ambito lariano.

A conferma di ciò basti ricordare che i comuni di Grandola ed Uniti e Menaggio presentano le ultime abitazioni sino a circa 900 m di altitudine, limite oltre il quale si estendono interi ettari di boschi in pieno sodalizio con un ambiente naturale quasi incontaminato. La conservazione della valle è frutto di “un’eredità” delle vicende storiche; in effetti i primi insediamenti furono, in un primo tempo, esclusivamente stagionali perché legati all’allevamento ed allo sfruttamento dei boschi e, solo più tardi, divennero permanenti per attività di tipo artigianale, pre industriale o industriale che utilizzavano l’acqua del torrente a scopo energetico.

Un altro fattore di rilevante importanza è l’assetto geologico del Parco, interessato dal passaggio di una faglia di rilevanza regionale, la linea della Grona, che in Val Sanagra attraversa un giacimento fossilifero di importanza nazionale: l’affioramento carbonioso dell’Alpe di Logone. In questa zona so conservati i resti di una foresta continentale che riporta l’orologio del tempo a 310 milioni di anni fa (Carbonifero medio, Westaliano) in un ambiente popolato da felci, anfibi e insetti. Nel Parco della Val Sanagra sono stati trovati i primi semi fossili della storia della terra: i “Trigonocarpus” prodotti da piante con caratteristiche intermedie tra le felci e le conifere.

Una volta superata la faglia l’orologio del tempo geologico si sposta in avanti di 100 milioni di anni e continuano le sorprese celate nelle rocce del parco: ora la foresta lussureggiante è sostituita da mari caldi, popolati da temibili barracuda (Saurichthys sp.) e pesci appartenenti a specie tipiche dei terreni Norici (Triassico superiore, 210 milioni di anni). La derivazione delle acque del Sanagra è stata frequente in passato e numerosi sono stati gli utilizzi: le captazioni necessarie per alimentare le macine dei mulini (oggi ancora presenti), i magli dei forni (loc. “Forno” – Cardano) e le turbine per la produzione di corrente (Seterie e Impresa Venini di Menaggio). Nonostante queste attività siano cessate, permangono ancora i resti degli impianti di captazione.

 

Come raggiungerci: indicazioni da como, milano, sondrio


Arrivare a Menaggio o Grandola ed Uniti sulla sponda occidentale del Lago di Como (S.S. 340).
Da Menaggio salire verso la frazione Loveno in prossimità del cimitero (Loc. Piamuro).
Da Grandola ed Uniti salire verso la frazione Codogna in direzione della Vecchia Chioderia.

MAPPA

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Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) è stato istituito con Delibera di Giunta Provinciale n. 183/27914 del 30/06/2005 allo scopo di valorizzare e salvaguardare il territorio della Val Sanagra. Il Parco della Val Sanagra è situato in una splendida vallata che si incunea nel cuore delle Prealpi Lepontine.

Il nome della vallata deriva dalla presenza dell’omonime torrente Sanagra, conosciuto da tutti con il termine Senagra, che scorre dalle pendici dei monti sommitali sino alla foce di Menaggio (200 m). Su ampia scala geografica il parco è posizionato tra il Lago di Como ed il Lago di Lugano ed è visibile percorrendo il tratto di strada che collega Menaggio a Grandola ed Uniti (400 m), presso la nota insellatura chiamata “Sella di Grandola” o Val Menaggio. L’asse vallivo, che ricalca interamente l’estensione nord-sud del parco, ha un considerevole sviluppo se consideriamo che percorre un dislivello di 1900 m e un percorso di 15 Km.

Alla testata della valle troviamo a nord i Monti Tabor, Marnotto e Bregagno (2107 m), mentre a sud-est è collocato il territorio di Menaggio. L’impluvio della valle confina ad est con il Monte Grona (1736 m) mentre a ovest con la Val Cavargna, seguendo un displuvio che dall’Alpe Logone (1100 m) sale sino al Monte Pizzone (1742 m). L’aspetto rilevante del Parco della Val Sanagra è l’ambiente ancora selvaggio fatto di mosaici di endemismi insubrici, boschi, praterie e alpeggi; ricordiamo in proposito la pregevole abetaia di Abies alba che riveste il bacino imbrifero del torrente.

Questi habitat sorreggono un patrimonio faunistico di indubbio valore, tanto che il parco vanta la presenza di più di un centinaio di animali stanziali; dato testimoniato dalla presenza di un’oasi per la protezione della fauna. La conservazione del patrimonio naturale, l’assenza di un’urbanizzazione altrimenti sempre crescente e, paradossalmente, la facilità di comunicazione e raggiungibilità fanno di quest’area uno dei territori più interessanti in ambito lariano.

A conferma di ciò basti ricordare che i comuni di Grandola ed Uniti e Menaggio presentano le ultime abitazioni sino a circa 900 m di altitudine, limite oltre il quale si estendono interi ettari di boschi in pieno sodalizio con un ambiente naturale quasi incontaminato. La conservazione della valle è frutto di “un’eredità” delle vicende storiche; in effetti i primi insediamenti furono, in un primo tempo, esclusivamente stagionali perché legati all’allevamento ed allo sfruttamento dei boschi e, solo più tardi, divennero permanenti per attività di tipo artigianale, pre industriale o industriale che utilizzavano l’acqua del torrente a scopo energetico.

Un altro fattore di rilevante importanza è l’assetto geologico del Parco, interessato dal passaggio di una faglia di rilevanza regionale, la linea della Grona, che in Val Sanagra attraversa un giacimento fossilifero di importanza nazionale: l’affioramento carbonioso dell’Alpe di Logone. In questa zona so conservati i resti di una foresta continentale che riporta l’orologio del tempo a 310 milioni di anni fa (Carbonifero medio, Westaliano) in un ambiente popolato da felci, anfibi e insetti. Nel Parco della Val Sanagra sono stati trovati i primi semi fossili della storia della terra: i “Trigonocarpus” prodotti da piante con caratteristiche intermedie tra le felci e le conifere.

Una volta superata la faglia l’orologio del tempo geologico si sposta in avanti di 100 milioni di anni e continuano le sorprese celate nelle rocce del parco: ora la foresta lussureggiante è sostituita da mari caldi, popolati da temibili barracuda (Saurichthys sp.) e pesci appartenenti a specie tipiche dei terreni Norici (Triassico superiore, 210 milioni di anni). La derivazione delle acque del Sanagra è stata frequente in passato e numerosi sono stati gli utilizzi: le captazioni necessarie per alimentare le macine dei mulini (oggi ancora presenti), i magli dei forni (loc. “Forno” – Cardano) e le turbine per la produzione di corrente (Seterie e Impresa Venini di Menaggio). Nonostante queste attività siano cessate, permangono ancora i resti degli impianti di captazione.

 

Come raggiungerci: indicazioni da como, milano, sondrio


Arrivare a Menaggio o Grandola ed Uniti sulla sponda occidentale del Lago di Como (S.S. 340).
Da Menaggio salire verso la frazione Loveno in prossimità del cimitero (Loc. Piamuro).
Da Grandola ed Uniti salire verso la frazione Codogna in direzione della Vecchia Chioderia.