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PASSO SAN LUCIO: PRIMA E DOPO

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    1. IL PASSO SAN LUCIO

    Ultimi colpi di pedale prima di vedere “di là”. Il sentiero sale leggermente, l’erba è verdissima, le nuvole basse sfiorano il crinale: ecco comparire il rifugio italiano, il campanile della chiesa e, più ridossato, il rifugio svizzero. I grilli e i campanacci delle mucche fanno da colonna sonora allo spalancarsi del panorama.

    Siamo al Passo San Lucio, tra la Svizzera e l’Italia, tra la Val Colla e la Val Cavargna. Mentre la prima è una nota valle del luganese, la seconda è una valle tra i misteriosi rilievi che separano il Lago di Como dal Lago di Lugano.

    Come per la maggior parte dei valichi alpini, non dobbiamo stupirci della lunga storia di questi luoghi di confine. Si presume che qui passasse un itinerario antichissimo, già percorso in epoca romana. Proprio per questo, a 1541 metri d’altitudine, alla fine del XIII secolo, venne costruito un Oratorio per accogliere e riparare i viandanti. Tale oratorio fu dedicato a San Lucio, il santo popolare locale, protettore degli alpigiani e dei formaggiai (non a caso è rappresentato con in mano una forma di formaggio).

    2. PRIMA DEL PASSO

    2a. Single-track entusiasmante

    L’arrivo al San Lucio dal lato svizzero è una conquista persino in bici elettrica: il percorso è entusiasmante! Si tratta di un single-track da enduro tra i più famosi del Ticino. Ma è anche impegnativo: immaginatevi 8 km di sentiero, tutto in mezza costa, sali-scendi, con tratti veloci che si alternano a passaggi tecnici, talvolta anche un po’ esposti (alcuni da fare a piedi), dentro e fuori le pieghe della montagna; attraversando gole scavate dai torrenti, pascoli e panoramici affacci rocciosi. C’è tutto. La guida è super divertente, ma non bisogna distrarsi!

    Se non avete una buona padronanza del mezzo, consigliamo di scegliere l’altro ramo di ciclovia, che passa sull’altro lato della Val Colla, quello più ombroso e fresco, sovrastato dai Denti della Vecchia (movimentati speroni rocciosi ben noti agli arrampicatori).

    2b. Gola di Lago - Piandanazzo

    Per questa tratta, si parte da Gola di Lago (972 m s.l.m.): comodamente raggiungibile sia da Bironico (con la ciclovia) e sia da Lugano/Tesserete. Un po’ di asfalto - sempre più ripido - conduce all’Alpe Davrosio dove le bici possono essere prese d’“assaggio” dagli animali che popolano l’Alpe.

    Quindi una salita su sentiero ripido e smosso, vi porterà alla panoramica croce (Motto della Croce). Da qui una strada pianeggiante supera la nuovissima Capanna Monte Bar e conduce rapidamente a Piandanazzo, dove inizia il lungo e panoramico single-track appena citato.

    3. DOPO IL PASSO

    3a. Val Cavargna  (la Via del Ferro)

    Ma oltre il San Lucio? Cosa c’è di là? Anzitutto pascoli! E poi un magnifico panorama, di incroci tra valli e laghi. Man mano che si scende, diventa sempre più impervia e selvaggia. Non è turistica, non è frequentata. I sentieri sopravvivono a fatica nell’entusiasmo della natura rigogliosa.

    La ciclovia percorre la parte bassa dell’antica “Via del Ferro”, utilizzata dai trasportatori per portare sul Lario il ferro estratto e lavorato nella Val Morobbia (CH), sin dal XV secolo. L’industria del ferro ha prodotto un’infrastruttura che possiamo ancora vedere (per lo più ridotta in stato di rudere): ricoveri, cappellette, carbonaie, calchere, altiforni (del 1783, in loc. Forni Vecchi), ponti (uno è ancora in corda!), etc.

    3b. Porlezza

    Questa tratta termina a Porlezza, ridente località affacciata sull’estremità orientale del Lago di Lugano. I tesori da scoprire in questa zona si trovano soprattutto nei borghi lungo la costa verso la Val Solda, che magari descriveremo in un prossimo diario di viaggio!

    Mappa dei luoghi citati:

    view?hash=403c5e6b674b610a4cd4bd360b8f6d08&canCache=1

    https://www.google.com/maps/d/edit?mid=12eC5Kc4z-n0XqRE1XxUlYMgbqj9Ru0aM&ll=46.07545221278087%2C9.037591880041349&z=13

    Dettagli tratta descritta

    view?hash=aa02e187c34d3061d17878f1f77ebc01&canCache=1