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VILLA VIGONI (MENAGGIO)

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La sobria facciata della villa è caratterizzata da un'alta fascia inferiore in bugnato con quattro nicchie, ognuna impreziosita da un busto marmoreo di un personaggio amico di famiglia: da sinistra il professore di chimica Antonio Kramer; il numismatico Gaetano Cattaneo; Alessandro Manzoni e il naturalista Eduard Rüppel.

Una volta varcata la soglia, a destra si entra nella piccola biblioteca, ove spiccano i ritratti di Federike Schnauss e di Giulio Mylius di Francesco Hayez (1828 e 1830) e di Enrico Mylius di Pelagio Palagi (1843). Nella stanza successiva, colpisce un grande camino tardo rinascimentale in pietra; adiacente è la sala da pranzo, decorata con un ciclo di grisailles con le vicende di Amore e Psiche.

Un panorama di Francoforte funge da sovrapporta alla sala della musica ove sono conservati due tra i capolavori della ritrattistica ottocentesca; si tratta dei dipinti di Francesco Hayez, Luigia Vitali vedova Mylius (olio su tavola, 1832) e Giulio Vigoni (olio su tela, 1842). Adiacente è il salone delle statue: la grande stanza, con ampie aperture sia verso il lago, sia verso il parco, ospitava la raccolta di statue che Enrico Mylius aveva voluto formare, curando con attenzione iconografia e significati, dopo le tragiche vicende del 1830.

Di questa unica collezione restano il Cristo fanciullo docente (Pompeo Marchesi, 1842), voluto da Enrico Mylius a ricordo dell'integrità e della saggezza del figlio Giulio e la Madre di Mosè (Democrito Gandolfi, 1845) nel momento del distacco dal figlio, richiamo al dolore materno della moglie Federica.
Al secondo e al terzo piano si articolano le numerose camere da letto in stile lombardo ottocentesco.


Ricco di suggestioni, di memorie storico-artistiche e di alberi secolari, il parco di villa Vigoni è senza dubbio uno dei giardini romantici meglio conservati di Lombardia. All'epoca di Heinrich Mylius il parco univa, in una armonica coesistenza, ampie zone agricole per la produzione di olio, vino, frutta e gelso, a un vasto giardino affacciato su splendidi prospetti panoramici.

L'improvvisa morte di Giulio, giovane ed unico figlio di Mylius, segnava a fondo la natura di questa estesa zona ornamentale, non più solo luogo di delizia, ma soprattutto luogo dello spirito, dedicato alla contemplazione e alla memoria.
Nel 1831 infatti, Mylius fece erigere in un punto elevato e centrale del parco un Tempietto in ricordo del figlio, rivolgendosi a due tra i più noti scultori dell'epoca per l'esecuzione dei bassorilievi all'interno: la Morte di Giulio di Pompeo Marchesi (1832) e la Nemesi di Bertel Thorvaldsen (1834 ca.). Al testo della lapide esterna Nella rimembranza/tranquilla di una/sofferta sciagura non/si estingue il dolore/ma si converte in un/soave sentimento, collaborò Alessandro Manzoni.

Lo schema di base del parco, ispirato ai più avvincenti modelli romantici, vide la definitiva trasformazione con l'opera dell'architetto Giuseppe Balzaretti. Egli sviluppò il nucleo già esistente del parco; sfruttando la naturale morfologia del luogo, a forma di anfiteatro, ideò una serie di cannocchiali rivolti all'interno verso i punti più significativi, come il tempietto, le statue e alcuni gruppi di piante. Sono di Balzaretti anche le antiche scuderie, oggi sede della biblioteca del Centro italo-tedesco Villa Vigoni e la casetta svizzera alla sommità del parco.

Indirizzo: Via Giulio Vigoni, 1,3,5 - Menaggio (CO)

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