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Laghi di cancano e le dighe

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Immerso nel Parco Nazionale dello Stelvio, nel settore più elevato della Valle di Fraele, l’itinerario dei laghi di Cancano circumnaviga gli invasi artificiali di San Giacomo e di Cancano, un percorso lungo 19 km e adatto per tutta la famiglia in quanto non prevede particolari difficoltà e presenta pochi dislivelli.

Questi invasi sono l'elemento di regolazione stagionale del sistema idroelettrico dell'intera Valtellina e sono caratterizzati da un elevato valore di capacità ad elevata quota e infatti complessivamente superano i 180 milioni di metri cubi corrispondenti a 620 GWh di energia accumulata. Sono stati progettati nei primi decenni del Novecento dall'allora AEM per sopperire alla crescente domanda di energia elettrica. I lavori terminarono nel 1950 per l’invaso di San Giacomo e nel 1956 per la diga di Cancano, quest'ultima riconoscibile per la sua struttura ad arco e costruita per sostituire il precedente sbarramento risalente al 1922 e ampliare così la capacità degli invasi.

Il lago di San Giacomo, che è l'invaso posto a quota superiore, è alimentato dalle acque dello Spol, dell'Adda (che sorge non lontano da qui) e dei torrenti Alpe, Gavia, Frodolfo, Zebrù, Braulio e Forcola. A sua volta poi il lago di San Giacomo con le acque del torrente Viola alimenta l'invaso di Cancano.

Tre curiosità. La prima: l'invaso di San Giacomo con una capacità di 64 milioni di metri cubi, all'epoca fu annoverato come lo sbarramento più grande d'Europa per il volume di calcestruzzo impiegato per la sua realizzazione.

Seconda curiosità: fu costruita anche una filovia per trasportare sia i materiali che gli addetti ai lavori da Tirano fin qua, un percorso lungo 66 km e un dislivello di ben 1500 metri; il primo tratto percorso dai famosi filocar e gli ultimi 7 km tramite teleferica che portava fino a quota 1950 metri.

Terza curiosità: fu costruito anche un villaggio per ospitare gli operai, Digapoli, di cui si possono vedere ancora i ruderi in quanto fu poi sommerso dall'acqua. Infatti, nei periodi più siccitosi o durante gli svuotamenti parziali e controllati degli invasi, riemergono sia i ruderi, ma anche la vecchia centrale idroelettrica e la chiesetta localizzata nella zona più a monte dell’invaso di San Giacomo.

Questo percorso quindi ci permette di ammirare questi due imponenti invasi e un panorama piuttosto insolito per le nostre Alpi, che richiama paesaggi tipici del grande Nord.

La valle di Fraele rappresenta un'area di grandissimo interesse geologico e naturalistico. Per quanto riguarda la geologia, ci troviamo nel settore delle Alpi chiamato Dolomiti interne. Dolomiti interne perché per tipologia e origine le rocce qui presenti sono confrontabili con quelle delle Dolomiti vere e proprie. La natura carbonatica del substrato governa buona parte della vegetazione presente. Qui troviamo veri e propri boschi di pino uncinato, che è la versione a portamento arboreo del pino mugo, e possiamo anche osservare in alcuni periodi dell'anno delle fioriture ricchissime altrimenti ammirabili solo nei settori prealpini, e non in quelli alpini veri e propri. Per quanto riguarda la fauna questa porzione delle Alpi è nota proprio per l'abbondanza di Lepre bianca.

Altro elemento di pregio è la Via del Sale e del Vino, a monte dei bacini artificiali di Cancano e San Giacomo. Infatti, questa mulattiera costituisce un tratto dell'antica strada imperiale di Alemagna che permetteva a Bormio di portare il vino di Valtellina in Baviera e in Austria, e lungo questa stessa mulattiera arrivavano invece a Bormio carichi di sale dalla miniera di Hall. Quindi i commerci erano fitti e fiorenti; ricordiamoci che fino al 1487 Bormio ha avuto il monopolio per i vini di Valtellina, gestendone quindi il commercio. Oggi è possibile percorrere la mulattiera, visitare la Val Mora e poi raggiungere la Val Monastero in Svizzera, risalire al Passo di Santa Maria e da qui raggiungere il Passo dello Stelvio attraverso un itinerario diverso da quello classico.

È interessante osservare il rapporto stretto uomo e natura, che ci è testimoniato da questo territorio: l'Antica mulattiera e quindi gli antichi commerci che qui venivano svolti, l'attività di pascolo che attualmente è molto presente, e la produzione di energia idroelettrica; ma anche i nomi ci testimoniano il rapporto stretto tra uomo e natura: questa è la valle di Fraele, il cui nome deriva da ferro, per le miniere di ferro che nei tempi passati erano qui presenti e utilizzate.

 

Descrizione video:

Le dighe di San Giacomo e di Cancano

Progettati nei primi decenni del Novecento dall'allora AEM per sopperire alla crescente domanda di energia elettrica, sono l'elemento di regolazione stagionale del sistema idroelettrico dell'intera Valtellina

I laghi di San Giacomo e di Cancano

Immerso nel Parco Nazionale dello Stelvio, nel settore più elevato della Valle di Fraele, l’itinerario dei laghi di Cancano circumnaviga gli invasi artificiali di San Giacomo e di Cancano, un percorso lungo 19 km e adatto per tutta la famiglia in quanto non prevede particolari difficoltà e presenta pochi dislivelli. Oltre alle imponenti opere dell’uomo, la valle di Fraele rappresenta un'area di grandissimo interesse geologico e naturalistico.

Val Mora

A monte dei bacini artificiali di Cancano e San Giacomo, parte la Via del Sale e del Vino, una mulattiera che costituisce un tratto dell'antica strada imperiale di Alemagna che permetteva il commercio fra Bormio e la Baviera e l’Austria. Oggi è possibile percorrere la mulattiera, visitare la Val Mora e poi raggiungere la Val Monastero in Svizzera, risalire al Passo di Santa Maria e da qui raggiungere il Passo dello Stelvio attraverso un itinerario diverso da quello classico.

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Diga Cancano

Lago Cancano

Val Mora