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ORATORIO DI S. MARGHERITA (CASARGO)

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La piccola chiesa è stata edificata in un luogo strategico, presso il passo del Piazzo, punto di comunicazione tra la Valsassina e la Valvarrone. Sulla struttura originaria di modeste dimensioni si intervenne a più riprese, con la divisione in due campate e la copertura a volte e con l'aggiunta del portico in facciata.

Pochi anni fa è stato condotto dalla Soprintendenza (Palmieri) un accurato restauro degli affreschi absidali che, oltre a salvaguardarne lo stato compromesso dall'umidità, ne ha permesso una più chiara lettura. Nel catino si intravede Cristo in maestà; lungo la parete, intervallate dalle monofore e dal vano per gli oli, si scorgono una figura femminile aureolata (S. Margherita), la Vergine Odigitria, una coppia di Sante (identificabili in Marta e Brigida grazie alle iscrizioni verticali) e un'altra coppia di Santi (Bartolomeo e Tobia).

Il maestro anonimo predilige l'impiego di terre verdi per gli incarnati, mentre di rossi per gli abiti che spiccano per il profilo fortemente marcato. Questa soluzione stilistica, di radice bizantineggiante (corroborata anche dalla fissità dello sguardo) è però ravvivata dalle pieghe del panneggio delle vesti, che suggeriscono volume e movimento, facendo proporre come datazione la seconda metà del XII secolo.

Gli strombi delle finestre sono decorati con motivi a racemi, ravvivati da gocce di calce date a cannuccia. Nella parte inferiore del tamburo absidale è presente il motivo del velario.

La particolare collocazione, unitamente all'interesse suscitato per il culto della santa dopo la traslazione delle sue spoglie a Montefiascone nel 1185, ha contribuito alla formazione della leggenda dei "santi Eremiti lariani".

Costoro, fratelli di santa Margherita, si sarebbero stabiliti nelle alture circostanti e avrebbero comunicato con la santa tramite fuochi notturni, dando anche il nome a diversi oratori di cui ancora oggi si conservano quello di S. Grato e di S. Ulderico sul vicino monte Muggio.

Più credibilmente il racconto si rifà alla presenza di romitori, impiegati come postazioni di avvistamento in una zona di forte passaggio. L'edificio, nominato già nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani (XIII sec.), va probabilmente collocato nell'XI secolo, come si evince dalle caratteristiche stilistiche dell'abside, la parte più antica tutt'oggi conservata.

Quest'ultima è costruita con conci irregolari, coronata da una fila di archetti ciechi e alleggerita dall'apertura di tre monofore.

 

Indirizzo: Via per Premana - Somadino, Casargo (LC)

 

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